«Se vai in ospedale muore, lo intubano!». È questo uno dei tanti suggerimenti che Roberto Petrella, medico 75enne di Teramo, avrebbe dato al suo paziente nel corso di numerose telefonate intercorse tra lui e la moglie dell'uomo, oggi deceduto. Ad esempio, lo avrebbe invitato più volte a rivolgersi unicamente a lui e a non contattare alcun medico di medicina generale, evitare di chiamare il 118 o andare all'ospedale. 

Oggi il medico è stato posto agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio colposo nell'ambito di una inchiesta svolta dalla Digos di Catanzaro con il coordinamento della Procura. Il gip del Tribunale, Matteo Ferrante, ha questa mattina confermato l'arresto, nell'ordinanza si legge che «la condotta di Petrella è stata caratterizzata nell'infondere nei suoi pazienti la pressocché totale sfiducia nei confronti della medicina tradizionale, aggravata dal mettere in atto comportamenti ripetuti nel tempo caratterizzati da convinzioni e teorie avulse dalla realtà e non appartenenti alla scienza medica. Tali condotte hanno raggiunto l'apice quando pure a fronte di una progressa storia clinica obiettivamente grave ed in presenza di una sintomatologia allarmante ha fermamente ostacolato il ricovero in ospedale».

In particolare, il 6 dicembre 2021 nel corso di una telefonata con la moglie del paziente, poi deceduto, dopo aver appreso delle gravi sintomi da cui era affetto il marito sin dal giorno precedente (febbre oltre i 39 gradi, sudorazione intensa e astenia marcata) senza visitare il paziente avrebbe prescritto una terapia a base di vitamine, antibiotico e anti-diabetico orale. «Totalmente avulsa da qualsiasi pratica medica - scrive il gip - che al contrario avrebbe imposto l'immediato ricovero».

«Dove va in ospedale, a fare che?». Così il medico avrebbe in più occasioni sconsigliato la moglie a chiamare un'ambulanza e a procedere ad ulteriori accertamenti. L'8 dicembre del 2021 la donna lo chiama insistentemente per comunicare l'aggravamento delle condizioni del marito: «Ha perso le forze - dice - non riesce ad alzarsi non so se chiamare una ambulanza». «Ma no, se va in ospedale, muore. Lo intubano» che irritato dalle insistenze riprende la donna: «Sì però signora non mi chiamate alle cinque, alle sei. Lei è in panico, deve stare tanquilla, non muore suo marito, ok? Stia tranquilla a casa, dagli delle spremute, delle vitamine».

Successivamente dopo la morte dell'uomo, Petrella commenta la circostanza con un suo amico al telefono: «Mi ha chiamato più volte perchè aveva un po' di febbre - spiega -. Gli ho detto io, vabbè prenditi l'antibiotico e il cortisone. Stamattina mi ha chiamato: dottore, non riesce ad alzarsi. Ma tu mo a quest'ora mi vieni a chiamare - prosegue il racconto -. Cioè che te posso fà io che sto qua, mi sono un po' incazzato perchè non sape che era. Poi alle 6 sai com'è non ho dormito perchè ho letto il programma del 5G. È tragico, perchè io adesso frà un video su telegram, cioé chi uccide è proprio il 5G».

«Il 5G che stanno mettendo - spiega all'amico -, per cui che cosa è successo? Siccome quello è diabetico, ultimamente gli ho curato la prostata, stava meglio ma aveva l'omocisteina alta. Aveva il colesterolo alto, per cui l'omocisteina alta è rischio di ictus, trombosi e infarto. Quindi quello lì probabilmente è morto di infarto».