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Del primo giorno di scuola del piccolo Antonio Maria ci eravamo occupati più volte nelle testate del nostro network. Una grande vittoria la sua, dopo due anni di lotte, denuncia, rimpalli burocratici, riuscire a potere entrare in classe. Ma la gioia, la festicciola, con tanto di festoni di benvenuto e regali da parte dei suoi compagnucci, è durata ben poco. Poche ore appena. L’ascensore è guasto e per il piccolo Antonio Maria, affetto dalla nascita da Leucomalacia periventricolare cistica, una malattia degenerativa che si accanisce sempre di più sul suo corpicino, frequentarla diventa così impossibile.
Antonio Maria è costretto su una sedia a rotelle, oltre ad avere bisogno di assistenza in tutto, anche per respirare, perché basterebbe un attimo per farlo soffocare. Dopo uno scambio di competenze durato due anni tra il Comune di Mendicino dove la mamma del bimbo, la coraggiosa Rosita Terranova ha residenza, e il Comune di Cosenza in cui i due vivono, sembrava essersi tutto risolto.
Il più grande paradosso sembrava essere stato sciolto, riportato nei binari della normalità che vuole che un bimbo di sette anni, qualunque siano le sue condizioni fisiche, deve essere messo nelle condizioni di frequentare la scuola.
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Invece, l’ennesima porta in faccia per il piccolo. «Miei cari, dal 18 settembre ad oggi, Antonio Maria ha potuto frequentare la scuola solo per poche ore – dice Rosita Terranova - questo é solo uno dei tre impedimenti che ne ostacolano la frequenza. Tutti e tre non dipendenti dalla Dirigente scolastica della scuola in cui ho iscritto mio figlio, ma dipendenti dalla gestione del Comune di Cosenza. Non credo sia necessario io aggiunga altro. Dico solo che soffro enormemente per l'ennesimo danno cagionato ad una creatura innocente che ha assoluto bisogno di andare a scuola, oltre ad averne il diritto».
Tiziana Bagnato