La gestione delle risorse idriche calabresi al centro del dibattito fra i candidati alla presidenza della Giunta regionale della Calabria. È quanto sta avvenendo nelle ultime settimane in seguito all’emergenza che sta interessando diversi comuni della regione. Molti quelli rimasti a secco nei giorni più caldi dell'estate. Ieri Roberto Occhiuto, candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra, aveva ipotizzato un intervento della Cassa Depositi e Prestiti nel capitale della Sorical, la società mista che ha in gestione il servizio, oggi si registra il botta e risposta fra Luigi de Magistris, candidato indipendente alla presidenza della Regione, e il commissario della Sorical, Cataldo Calabretta.

De Magistris: «Con me gestione pubblica»

«Mi unisco alle richieste dei sindaci - dichiara de Magistris - e con me come presidente la Calabria sarà la prima regione ad avere gestione pubblica a trasparente dell'acqua. Fanno molto bene i sindaci dei Comuni capoluogo a mobilitarsi contro la decennale crisi idrica in Calabria e a sollecitare il prossimo governatore della Regione. Mi preme, però, ricordare loro che solo qualche giorno fa il commissario straordinario di Sorical S.p.A., Cataldo Calabretta, prometteva di escludere tutti i primi cittadini dalla gestione del servizio idrico, usando la tanto attesa riforma regionale per trasformare la stessa Sorical in una "multiutility", nella quale ancora non si capisce quale ruolo verrebbe a ricoprire Veolia, principale azionista della società».

«Deve finire prima possibile questa gestione privatistica di una Spa che, per quanto possa diventare tutta a gestione pubblica, non dubito che cercherà sempre di puntare al profitto invece di garantire un servizio efficiente e di qualità ai cittadini calabresi. Mentre invece – rimarca - sono lasciati spesso a secco sia i centri urbani come Crotone, che sta soffrendo incredibilmente a causa di disservizi, sia i borghi montani interni, dove è già tanto se l'acqua arriva a settimane alterne. Insomma, una gestione, quella di Sorical del tutto fallimentare, e che non si utilizzi la scusa della società in liquidazione da 8 anni».

Nel suo intervento, de Magistris rimarca: «Nella mio mandato a Napoli, sono l'unico sindaco d'Italia ad aver applicato il referendum sull'acqua pubblica, garantendo la gestione pubblica al 100%, ho assunto personale e riesco a far pagare ai cittadini tariffe basse, con acqua limpida e pulita e distribuita a tutti. La stessa cosa – conferma - farò da presidente della Regione Calabria: questa regione sarà la prima in Italia ad avere acqua pubblica, gestita in maniera trasparente, con un’azienda speciale con all’interno lavoratori ed esponenti delle associazioni ambientaliste. Per questo – conclude - mi unisco anche io alla mobilitazione dei sindaci nel pretendere acqua completamente pubblica, perché è inqualificabile che la Regione Calabria, piena di montagne, con l'aria e l'acqua tra le più pulite d'Europa, soffra di assenza endemica della risorsa primaria per l'essere umano. Perché, come dice Padre Alex Zanotelli, "l'acqua vale più del petrolio"».

Calabretta: «La normativa vieta ai Comuni la gestione diretta del servizio»

 Immediata la replica di Calabretta. «È la normativa nazionale ed europea - scrive - a vietare ai Comuni la gestione diretta del servizio idrico integrato, che va affidata, invece, ad un gestore industriale attraverso procedure di legge: gara competitiva in caso di scelta di forma di gestione privata o mista; diretta se, come in Calabria, si sceglie la forma in-house, compito che spetta dall’Autorità Idrica Calabrese, diretta emanazione dei Comuni. È l’Autorità Idrica Calabrese che in Calabria avrà il compito di affidare il servizio e di pianificare gli investimenti nel settore idrico attraverso il Piano d’ambito. De Magistris  - dice Calabretta - continua invece a decantare le virtù di Abc Napoli, trasformata da lui da Spa controllata al 100% dal Comune ad Azienda Speciale, cioè ente pubblico economico, mentendo ai calabresi, generando confusione al pari degli inquinatori di pozzi».

Calabretta ricorda che «l’affidamento in house del servizio idrico a Napoli non rispetta la norma di legge come ha evidenziato più volte l’Autorità idrica Campana, perché la società deve operare in tutto l’Ambito ottimale di Napoli (altri 32 Comuni con il capoluogo) e non solo nella città. E questa è una violazione di legge, e de Magistris nei 10 anni di sindacatura non l’ha rimossa e dovrà essere fatta da altri entro fine anno.  La stessa Abc Napoli - dice Calabretta -  ha inviato alla Parlamento una memoria per chiedere nuove norme che regolano le procedure gestionali delle Aziende Speciali perché non è in grado di operare con efficacia ed efficienza. In sostanza Abc  Napoli chiede di operare con le norme delle Spa a controllo pubblico. Non è un caso, faccio notare a De Magistris – argomenta Calabretta - se in Italia la quasi totalità dei gestori del servizio idrico sono società per azioni a controllo pubblico. Circa i profitti sull’acqua, De Magistris racconta un’altra barzelletta, si faccia spiegare dal sindaco di Roma Virginia Raggi perché non ha pubblicizzato Acea e perché il M5S ha abbondato la battaglia demagogica che oggi lui ha rispolverato per la Calabria».