La Prociv calabrese si muove in anticipo ed è pronta ad ospitare 12 mila persone. Ma nell’ottobre scorso l’intera area finì sotto un metro d’acqua per l’esondazione del fiume Amato
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Più di 500 eventi sismici in tre giorni, scuole chiuse a oltranza e allarme diffuso tra la popolazione residente: la caldera dei Campi Flegrei, alla prima periferia di Napoli, continua a gonfiarsi e, seppure l’allarme resti fissato al “giallo”, l’ipotesi di una evacuazione degli abitanti della zona rossa attorno a Pozzuoli e all’aera ovest del capoluogo campano – piuttosto remota al momento – resta tra gli scenari ipotizzati dalla Protezione civile nazionale. Un’ipotesi che, se dovesse concretizzarsi, vedrebbe anche la Calabria come protagonista dell’accoglienza agli sfollati.
Il piano della Prociv Calabria
Saranno gli abitanti del quartiere di Bagnoli – storico presidio operaio della città – a venire trasferiti verso la nostra regione in caso di evacuazione. O almeno la metà di loro, visto che gli accordi stipulati prevedono che in campo, per gli abitanti di quel quadrante di città, scenda anche la regione Basilicata, che dovrebbe accoglierne l’altra metà. Si tratta di circa 12mila persone che, dopo un primo breafing previsto nel piazzale di Porta Garibaldi, verrebbero trasferite temporaneamente verso l’area della Fondazione Terina, nel comune di Lamezia. La stessa che nell’ottobre scorso finì sotto un metro abbondante d’acqua a causa delle eccezionali precipitazioni di quei giorni che allagarono, rendendoli inutilizzabili, anche l’aula bunker inaugurata con poca fortuna meno di tre anni fa, e parte dell’archivio della Corte d’Appello di Catanzaro, entrambi ospitati in vecchi capannoni riconvertiti e travolti dall’esondazione del fiume Amato.
Quaranta ettari di area esterna e oltre 40 mila metri quadri di superficie coperta, l’area individuata dai tecnici della protezione civile calabrese “consente non solo di ospitare la popolazione evacuata, per la registrazione e lo smistamento, ma di allestire al suo interno anche campi di accoglienza per i soccorritori”. È qui che, almeno per le prime ore, verrebbero trasferiti i cittadini di Bagnoli prima di essere nuovamente spostati verso le strutture ricettive (alberghi, villaggi, case vacanze) e le case sfitte individuate per l’accoglienza a lungo termine. Nell’area alle spalle dell’aeroporto di Lamezia individuata dalla Regione per la prima accoglienza, si legge nel documento aggiornato ad aprile dello scorso anno (nel primo progetto datato 2021 l’area individuata per gli sfollati dei Campi Flegrei era stata quella del PalaCalafiore a Reggio Calabria) viene “effettuata l’identificazione, l’assegnazione al territorio di residenza temporanea e alle strutture alloggiative e prevedono nella loro totalità, un numero adeguato di sistemazioni da campo, sia per la popolazione giunta in modo autonomo, che per la popolazione arrivata con trasporto assistito”.
La colonna mobile della Sicilia
Ma Lamezia non è l’unico territorio calabrese che sarebbe interessato da una eventuale evacuazione dell’area dei Campi Flegrei. Gli sfollati che, in caso dell’esplosione della Caldera, verrebbero indirizzati verso la Sicilia infatti, troveranno anche “un’area temporanea di trasferimento e assistenza localizzata nel comune di Castrovillari” individuata nella zona di piazza Mercato.