Scalea, polemica sulla gestione dei beni confiscati alla mafia

Fabio Cifuni, ideatore e fondatore del progetto Germano, scrive al primo cittadino Gennaro Licursi per avere chiarimenti in merito

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di Francesca  Lagatta
10 gennaio 2019
19:47
Gennaro Licursi
Gennaro Licursi

Dei beni immobili confiscati alla mafia, a Scalea si è tornato a parlare da tempo, soprattutto per la mancata trasparenza sul tema. Il presidente del Consiglio comunale Achille Tenuta aveva chiesto di assegnarli mediante regolare bando alle famiglie bisognose, poi era stato Francesco Galati, componente dello staff del sindaco, a rendere pubblica con una lettera di qualche giorno fa la sua riconferma per la gestione dei beni sottratti alla malavita. Ma proprio quest'ultima circostanza ha suscitato polemiche e curiosità. Cos'è stato fatto finora con quegli immobili? Come si stanno utilizzando? E, soprattutto, quali sarebbero i risultati fin qui ottenuti?

 


I dubbi dei cittadini

Fabio Cifuni, ideatore e fondatore del progetto Germano, che attraverso un orto sociale contrasta la criminalità organizzata, ha addirittura depositato e protocollato una missiva agli uffici del Comune di Scalea per chiedere chiarimenti al primo cittadino Gennaro Licursi. «È indubbiamente nobile l'intento di rimettere alla comunità l'utilizzo dei beni sequestrati al malaffare - è scritto nella lettera -, ma ci piacerebbe sapere, così come disposto dalle normative vigenti, che uso se ne stia facendo allo stato attuale. Tra l'altro la stessa normativa impone agli enti l'obbligo di creare una sezione dedicata sull'Albo Pretorio Comunale. Ci sembra che ad oggi ancora nessun passo del genere sia stato fatto». Così, dubbi e incertezze si moltiplicano: «Certo - scrive ancora Cifuni - l'ufficio tecnico oggi ha qualche difficoltà, ma con la situazione attuale, di certo ereditata, si cerca di non far trapelare quali, quanti, dove siano ubicati e soprattutto che utilizzo se ne stia facendo. Tra l'altro, il dott. Galati ringrazia per il rinnovo e ci "informa" dell'"ottimo lavoro fin qui svolto" senza però rendere pubblici i dati e tutto quanto sia utile, si capisce solo che i beni sono numerosi»

 

«Un modus operandi discutibile»

Quello che a Cifuni non va proprio giù è che il suo progetto sarebbe stato completamente ignorato dall'attuale amministrazione comunale guidata da Licursi, nonostante dia quotidianamente lavoro a otto persone, quasi tutte con gravi disagi sociali. «A giorni - si legge nel documento - proveremo a mettere su un nuovo progetto che possa creare altri posti di lavoro nella nostra città. Per questo più volte abbiamo provato a creare una collaborazione con l'ente, per il tramite del sindaco e del delegato Francesco Galati, ma ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta in merito». Poi conclude: «Noi crediamo in questa città, crediamo che si possa creare un futuro che sia fruibile e dignitoso per tutti, ma bisognerebbe compattarsi, mettere da parte quegli "orticelli” che negli anni sono stati curati solo per un bacino di voti, ora bisognerebbe iniziare a dare risposte serie, non più solo parole, ma qualche fatto concreto».

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