La Cassazione ha disposto un nuovo processo soltanto per uno degli imputati, mentre ha ritenuto colpevoli del delitto avvenuto nel 1981 Mario Pranno, Aldo Acri e Francesco Saverio Vitelli
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Processo da rifare per Francesco Cicero. La Cassazione ha annullata con rinvio la condanna inflitta dalla Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro a uno degli imputati, accusato di aver avuto un ruolo nell'omicidio del commerciante di Cosenza, Santo Nigro, ucciso nel 1981 per essersi rifiutato di pagare il pizzo.
Francesco Cicero, assistito dagli avvocati Paolo Pisani e Riccardo Maria Panno, era stato condannato in secondo grado a 14 anni di reclusione, mentre l'allora gup distrettuale di Catanzaro, Barbara Saccà, gli aveva inflitto 30 anni di carcere. Le censure difensive, tuttavia, hanno colto nel segno e i giudici della Suprema Corte di Cassazione, hanno ordinato un nuovo processo per l'imputato cosentino.
Sono definitive invece le condanne di Mario Pranno, Aldo Acri e Francesco Saverio Vitelli, tutti ritenuti colpevoli del delitto di Santo Nigro. In secondo grado, gli imputati erano stati condannati a un anno e sei mesi di carcere.
La ricostruzione dell'omicidio
L’omicidio di Santo Nigro fu eseguito, secondo quanto ricostruito dalla Dda di Catanzaro, dall’allora meccanico di Cosenza Aldo Acri. L’imputato, poi divenuto collaboratore di giustizia, picchiò a morte la vittima con la presunta complicità di Francesco Cicero e dell'altro pentito Francesco Saverio Vitelli. Aldo Acri venne inviato da Mario Pranno all’interno dell’esercizio commerciale. Ma l'ex storico boss di Cosenza, Mario Pranno, ha sempre dichiarato, dal 1996 in poi, che Santo Nigro non doveva morire. Acri infatti sarebbe stato incaricato soltanto di dargli una lezione. Ma in realtà finì in modo tragico.