Riceviamo e pubblichiamo le precisazioni del dottor Alessandro Testa, cardiochirurgo al S. Anna Hospital in merito al nostro articolo pubblicato ieri, 3 gennaio 2021, Cardiochirurgia a Catanzaro, il primario del policlinico: «Potenziare sanità pubblica»

Le precisazioni del dottor Testa

In seguito alla lettura dell’articolo a corredo della videointervista al professor Pasquale Mastroroberto, mi preme fare alcune precisazioni.

Conosco Mastroroberto dai tempi dell’università, e conosco per averla vista coi miei occhi la dedizione con cui si è speso per avviare e mantenere il reparto universitario di cardiochirurgia. Potenziare Germaneto sarebbe non solo un importante progresso per il dipartimento e un servizio reso alla comuità calabrese, ma anche il giusto premio alla sua professionalità e statura umana.

Fatta la doverosa premessa, faccio notare come l’articolo a firma di Luana Costa contenga una evidente e grossolana inesattezza; non sta a me indicarne la ragione, non conosco l’autrice e non mi permetto di giudicarla. Giudico però grammatica e sintassi, che quelle le leggono tutti.

Germaneto utilizza 4 posti di terapia intensiva cardiochirurgica, il S. Anna 10. Si tratta di posti letto specializzati per il trattamento dei pazienti sottoposti a interventi di cardiochirurgia o per il trattamento, ove necessario, di complicanze legate a tali interventi. Occasionalmente, questi posti letto possono essere utilizzati per trattare pazienti cardiologici con gravissime complicanze e pazinti della chirurgia vascolare, qualora il tipo di intervento o le condizioni dei pazienti lo richiedano. Il tutto avviene secondo protocolli scrupolosamente seguiti e continuamente aggiornati, oltre che nel necessario clima di collaborazione tra le varie professionalità.

I posti letto UTIC sono un’altra cosa. Lo sono per caratteristiche tecnologiche, specializzazione del personale e indicazioni cliniche per il ricovero in tale ambiente dei pazienti. Da ciò deriva che, quando Luana Costa precisa (in verità lo fa solo nel testo scritto e non nel video) che si tratta (cito) "delle più famose degenze dell'Utic finite al centro dell'inchiesta Cuore Matto. Un reparto inesistente ma per le cui attività la clinica privata avrebbe continuato a ricevere i rimborsi dalla Regione".

Scrive il falso: si tratta di due reparti separati in tutti i possibili modi: utilizzo, ubicazione, accesso, modalità di funzionamento. Chi leggesse l’articolo verrebbe erroneamente indotto a credere che il S. Anna possiede 10 posti letto fantasma. Una grossolana inesattezza, una falsità che è smentita dai fatti dai numeri che in questi anni il S. Anna ha prodotto e che può vantare proprio grazie all’eccezionale e preziosa risorsa della terapia intensiva: infermieri specializzati, anestesisti, cardiologi, tecnici di radiologia, fisioterapisti, OSS e OTA, noi cardiochirurghi, senza contare l’imponente corredo tecnologico che fa della terapia intensiva post cardiochirurgica del S. Anna un grattacielo nel deserto calabrese. Un grattacielo visibile da Reggio Calabria fino a Mormanno, da Lamezia a Crotone e che in innumerevoli occasioni ha risolto problemi e tirato castagne dal fuoco della cardiochirurgia pubblica, in elezione come in urgenza ed emergenza.

Non lo affermo io, lo affermano i numeri e del resto, considerando che nell’anno COVID sono stati eseguiti oltre 600 interventi di cardiochirurgia, è facile dedurre come il S. Anna abbia praticamente da solo risposto alla domanda dei pazienti cardiopatici calabresi.

Cordialmente, dr Alessandro Testa, cardiochirurgo presso il S. Anna Hospital

Risponde Luana Costa

Corre l'obbligo per correttezza di informazione rettificare che i posti letto di Terapia intensiva della clinica privata Sant'Anna Hospital menzionati nell'articolo nulla hanno a che vedere con il reparto Utic e quindi con la citata inchiesta Cuore Matto come in precedenza erroneamente indicato. Mi scuso con i lettori e con i diretti interessati per l'errore commesso.