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La conferenza stampa del "Coordinamento 19 marzo" era stata convocata per denunciare le orecchie da mercante del governatore Oliverio, chiamato a ricevere il movimento che si occupa della sanità lametina sin dallo svolgimento della manifestazione contro lo smantellamento del Giovanni Paolo II avvenuta nel 2016 e da cui il movimento prende il nome.
Un incontro mai avvenuto, seppur più volte sollecitato. L’obiettivo era presentare e discutere con il presidente della Regione una piattaforma di rivendicazioni stilata dal coordinamento con l'aiuto di cittadini e associazioni, che a 360 gradi mette a fuoco i punti deboli, tanti purtroppo, della sanità lametina.
Cosa che ora il coordinamento potrà fare nell’incontro fissato per il 25 ottobre alla Cittadella. Con un colpo di scena, infatti, Oliverio ha durante la conferenza stampa telefonato al sindaco Mascaro comunicando la data dell’incontro/confronto.
Un segnale di apertura che ha rasserenato il movimento, sfiancato dal non riuscire a trovare risposte di tipo politico alle sue continue sollecitazioni. Se da un lato, infatti, non sono mai mancati da parte della gestione tecnica, nello specifico dal direttore generale Giuseppe Perri, gli incontri e i segnali anche di apprezzamento verso l’operato del coordinamento, dal piano politico, al contrario, sono stati sempre pochi i riscontri raccolti.
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Nel frattempo il Giovanni Paolo II è stato sempre più sfrondato delle sue più importanti funzioni. Dopo la manifestazione del 19 marzo che faceva seguito alla chiusura di diversi reparti, altri sigilli sono stati apposti. Come quello, ad esempio, al reparto di Malattie Infettive.
Armando Cavaliere, membro del coordinamento, si è dichiarato però già pronto a non accogliere l’eventuale tesi della scarsa capacità di intervento della Regione in tema sanitario a causa del commissariamento. Al governatore verrà consegnata la piattaforma di rivendicazioni che a marzo 2018 compirà due anni. Parte di queste hanno già trovato soluzione, altre, invece, sono state aggiunte nel tempo. Tra le priorità, la nascita dell’unità complessa di neurologia, l’assunzione di personale, il Trauma Center, il passaggio delle ore di attività del centro trasfusionale da sei ad almeno dodici.
Ci sono poi quei venti milioni di euro destinati dal governo nazionale proprio al Giovanni Paolo II e che Mascaro ha chiesto espressamente vengano utilizzati per potenziare la struttura e non vengano sperperati in interventi di manutenzione.
Tiziana Bagnato