La spesa pro capite è la più alta a livello nazionale, dieci volte in più di quanto viene sborsato in Lombardia per resistere in giudizio e pagare eventuali risarcimenti. Una débacle confermata dall’istituto Demoskopica che emerge dal peggiore Indice di performance sanitaria di tutto il Paese
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Non solo debiti, ma anche un mare di cause giudiziarie che costano alla sanità calabrese 19,5 milioni di euro l’anno. Tra i primati negativi che la Calabria è costretta a scontare c’è anche il record per le spese legali e da sentenze sfavorevoli. Nessun’altra regione italiana sta messa peggio in termini di spesa pro capite da gettare in questo pozzo senza fondo che fa la felicità di avvocati e consulenti.
Secondo quanto emerge dall’Indice di performance sanitaria (Ips) realizzato annualmente dall’Istituto Demoskopika, i calabresi sborsano circa 10 euro a testa per consentire al sistema sanitario regionale di resistere in giudizio e di pagare i rimborsi riconosciuti dai giudici nei numerosissimi conteziosi legali. Può sembrare poco, ma è tantissimo rispetto a quanto spende la Lombardia, che nonostante conti cinque volte più abitanti della Calabria, può ostentare una spesa che non arriva a 1 euro a testa per ogni residente. Un dato che implicitamente dichiara l’enorme distanza in termini di qualità e quantità dell’assistenza sanitaria: come dire, peggio funziona la sanità, maggiori saranno gli esborsi in tribunale.
A livello nazionale, nel solo 2018, le spese legali per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, ammontano a oltre 190 milioni di euro, circa 522mila euro al giorno, con un incremento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. E la Calabria è ultima tra gli ultimi, visto che al Sud si accumulano il 63% delle spese legali del sistema sanitario italiano, pari a 120 milioni di euro, seguite da quelle del Centro con 42,6 milioni di euro (22,4%) e del Nord con una spesa generata per 28,2 milioni di euro (14,8%).
Nella parte più bassa della classifica, inoltre, si posizionano anche Toscana e Abruzzo con 8 euro di spesa pro capite e con una spesa assoluta rispettivamente pari a 29,9 milioni di euro e a 10,5 milioni di euro. A seguire la Sicilia con 6,3 euro pro capite (31,5 milioni di euro), la Sardegna con 5,5 euro pro capite (9 milioni di euro) e la Puglia con 5,2 euro pro-capite (21,2 milioni di euro).
Dall’altra parte della classifica, i meno litigiosi sono i sistemi sanitari di Lombardia (0,8 euro pro-capite), Liguria (0,7 euro pro-capite) e Piemonte (0,6 euro pro-capite) rispettivamente con 8,4 milioni di euro, 1,1 milioni di euro e 2,5 milioni di euro di spese legali.
Allargando lo zoom e tornando a considerare l’Indice di performance sanitaria nel suo complesso - che prende in considerazione diversi parametri, dall’aspettativa di vita alla soddisfazione per i servizi erogati, dalla mobilità sanitaria da e verso altre regioni alla facilità di accesso alle prestazioni – la Calabria si conferma all’ultimo posto, con un indice di 89,1 punti, il più basso lungo tutto lo Stivale. Le posizioni migliori sono tutte al Centro-Nord: a guidare la classifica dell’Istituto Demoskopika, c’è il Trentino Alto Adige che, con un punteggio pari a 107,5, spodestando così l’Emilia Romagna (107,3 punti) dal gradino più alto. Subito dopo vengono Veneto (105,3 punti) e Umbria (105,2 punti). Poi Marche (104,9 punti), Toscana (104,2 punti), Lombardia (104,1 punti), Friuli Venezia Giulia (103,7 punti) e Piemonte (102,5 punti). Sugli ultimi gradini, ma comunque prima della Calabria, ci sono Abruzzo (96,4 punti), Sardegna (95,8 punti), Sicilia (93,8 punti) e Campania (91,6 punti).
Enrico De Girolamo