Calcinacci e pezzi di cartongesso erano venuti giù diverse ore prima che il tetto rovinasse all'interno dell'auditorium. Ma da contratto i controlli vengono fatti solo su richiesta ed ex post
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Probabilmente il crollo non poteva essere evitato, ma c’erano tempo e margini per mettere in sicurezza la sala Calipari prima che l’intero tetto venisse giù. È questo il primo, evidente, dato che viene fuori dagli accertamenti tecnici in corso sull’auditorium del Consiglio regionale, devastato dall’improvviso cedimento della parte superiore della struttura. Un incidente senza vittime né feriti, ma che avrebbe potuto provocare una strage.
La sala è da tempo chiusa per le limitazioni imposte a eventi e convegni dalle norme anti-Covid, ma le squadre degli addetti alle pulizie ci lavoravano regolarmente e a intervalli regolari anche le squadre dei tecnici supervisionavano gli impianti. Solo per caso dunque la struttura era deserta quando il tetto è crollato, rovinando all’interno della struttura. Ma secondo indiscrezioni, c’erano state delle avvisaglie, dei segnali di pericolo. Qualche ora prima c’era già stato un cedimento.
Lo ha ripreso una delle telecamere di videosorveglianza della sala, poi travolta e semi-oscurata da un fiume di calcinacci e pezzi di cartongesso venuti giù dall’alto. E allora perché nessuno se n’è accorto? In realtà, nessuno avrebbe potuto farlo. Per risparmiare sui costi di manutenzione del Consiglio da tempo è stata eliminato il presidio di sicurezza e la sorveglianza attiva su tutta la struttura. Da contratto, i controlli vengono fatti solo su richiesta e ovviamente ex post.
Anche questo potrebbe dunque essere un fronte dell’inchiesta avviata dall'aggiunto Gerardo Dominijanni e dal pm Andrea Sodani della procura di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, dopo il crollo della struttura, che ha già portato al sequestro di alcuni documenti riguardanti gli appalti di costruzione, manutenzione e ammodernamento della sala Calipari, come – dicono indiscrezioni – a quello dei cellulari del super dirigente Maurizio Priolo, responsabile (anche) del settore tecnico, da anni oggetto di tagli e ridimensionamenti. Nel frattempo, il maltempo degli ultimi giorni ha ulteriormente pregiudicato le condizioni della struttura. Ormai completamente scoperchiato, dopo le piogge degli ultimi giorni l’auditorium è stato invaso dall’acqua.