Una manifestazione con tre parole d’ordine: pace, terra, lavoro, si è svolta a Rosarno in occasione della festa dei lavoratori del primo maggio. Ha organizzato l’evento l’associazione “Officina numero 8”, colei che ha riattivato e salvato dalla vendita la Casa del popolo Valarioti, presidio di politica e cultura, ormai quarantennale a Rosarno, restituito alla collettività. Hanno aderito tante associazioni del territorio, L’ANPI della provincia di Reggio Calabria, sindacati come la CGIL, USB, Orsa Porti, e liberi cittadini. Il fine dell’appuntamento è stato di rivendicare i diritti dei lavoratori, dei precari, di chi il lavoro non ce l’ha, dei giovani costretti ad abbandonare la propria terra, dei braccianti e degli agricoltori. 

Si è invocata pari opportunità di accesso al lavoro, sicurezza, diritto all’abitare e ad un equo compenso. Una giornata contro tutte le guerre, i conflitti armati e contro la ‘Ndrangheta e le mafie, nel ricordo di Giuseppe Valarioti, che fu tra i primi a battersi al fianco dei giovani disoccupati. Giuseppe Valarioti, nato a Rosarno nel 1950, è stato un politico e attivista, dirigente del Partito Comunista Italiano, ucciso dalla 'Ndrangheta. Fu assassinato in un agguato (a colpi di lupara) di matrice ancora oscura l'11 giugno 1980, al termine di una cena tenuta insieme ai compagni di partito per festeggiare una vittoria elettorale.

La manifestazione odierna ha avuto il via dalle ore 15:00 in Piazza Valarioti. Intorno alle ore 16 si è partiti in corteo per le vie di Rosarno, per poi ritornare al punto di partenza, in cui erano presenti diversi stand, e dove artisti e musicisti si sono alternati su un palco, tra musica e riflessioni sui diritti sociali e civili. «Credo che il momento di Festa sia un modo per incontrarsi e trovare insieme soluzioni – ha spiegato Angelo Carchidi uno degli animatori di “Officina numero 8” -. Il nostro è un invito ad ascoltare i bisogni del territorio e una sollecitazione per rivendicare i diritti. Valarioti è una delle splendide figure che hanno costellato Rosarno. Salvare la casa del popolo ha significato continuare i suoi ideali. Da ottobre nella struttura abbiamo l’intenzione di creare anche un presidio sanitario e psicologico».

Sono intervenuti all’incontro in piazza anche diverse sigle sindacali. Presenti, tra gli altri, Gregorio Pititto segretario generale CGIL, che ha puntato il dito contro l’autonomia differenziata e ha segnalato la problematica dell’emigrazione dei giovani dal territorio.
Giuseppe Marra coordinatore USB Calabria ha evidenziato le criticità del precariato, del lavoro sottopagato e ha rivendicato un salario più giusto. Per Orsa Porti c’era il segretario nazionale Mimmo Macrì, il quale ha sottolineato l’importanza della sicurezza sui posti di lavoro e ha messo in evidenza che «il porto di Gioia Tauro potrebbe essere una risorsa per il territorio, invece cresce solo all’interno, potrebbe dare di più per la zona circostante». 

La giornata sarà inserita all’interno di un film-documentario, dal titolo “Medma non si pega” sulla storia di Peppe Valarioti, dalle lotte contadine per il lavoro degli anni ’60-’70 a quelle dei giorni nostri. L’opera è scritta e diretta da Gianluca Palma, giornalista, autore e film-maker, in collaborazione con i colleghi registi Giulia Zanfino e Mauro Nigro della società Ugly Films s.r.l.s.