Fine settimana di follia al penitenziario di Catanzaro, dove si sono verificati due episodi di violenza ai danni di tre agenti della polizia penitenziaria
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Ancora violenze in carcere. Tre agenti della polizia penitenziaria contusi, coinvolti in due distinti episodi di violenza. E' questo il bilancio dell'ultimo fine settimana nell'istituto penitenziario di Catanzaro, divenuto teatro di una vera e propria escalation di violenza. L'ultimo caso si è verificato nella giornata di ieri intorno alle 13.30 quando due agenti intervenuti a sedare una rissa tra due detenuti hanno avuto però la peggio. All'esito della visita medica ad entrambi sono stati refertati sette giorni di prognosi. Ma quello di domenica è solo l'ultimo caso di un fine settimana di ordinaria follia. Venerdì cinque detenuti hanno infatti aggredito un agente, colpendolo con pugni e stampelle e provocandogli feriti giudicate guaribili in quindici giorni. L'operatore stava accompagnando un gruppo di detenuti al rientro dallo svolgimento di attività ricreative, quando alcuni di questi hanno chiesto l'autorizzazione a svolgerne altre non previste. E' così che è scattata l'aggressione, sedata solo grazie all'intervento provvidenziale di altri agenti in servizio. «Ieri è accaduto ciò che sta accadendo in tutti i penitenziari di Italia» ha chiarito Salvatore Paradiso, segretario Uilpa Penitenziari Calabria.
«Questo inizia a destare davvero preoccupazione perchè se non fossero intervenuti altri agenti che hanno udito gli schiamazzi e le urla probabilmente oggi non parleremmo di aggressione ma di altro. Ciò che determina questi accadimenti è da legare a diversi fattori, a Catanzaro, ad esempio, ma è un problema che riguarda il sistema penitenziario nel suo complesso, si registrano gravi carenze organiche. A Catanzaro abbiamo un decreto ministeriale che prevde 470 unità e in verità il penitenziario può contare su 360 agenti mancano educatori, assistenti sociali, infermieri e i dottori e di converso c'è un aumento della popolazione detenuta di oltre 150 unità in più del previsto. E' chiaro che questo è la scintilla che fa poi deflagrare il sistema».
Luana Costa