VIDEO | Il 38enne è stato raggiunto da un pallottola alla gamba durante una lite in un locale e una volta a terra sarebbe stato selvaggiamente picchiato: «La pistola si è inceppata, ecco perchè non sono morto» (ASCOLTA L'AUDIO)
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La gamba sinistra trafitta da una pallottola, otto punti di sutura in testa, graffi, lividi e una buona dose di terrore. E' questo ciò che rimane a Hakim Dezaz della sua prima serata dell'anno da buttafuori in un locale di Belvedere Marittimo. Il 38enne, di origini marocchine ma residente in Italia da 17 anni, è l'addetto alla sicurezza che venerdì notte è stato destinatario di spietata violenza da parte di alcune clienti, almeno quindici, che erano stati invitati a pagare il conto dopo aver consumato a lungo. Sarebbe stata questa la scintilla che ha provocato la sanguinosa maxi rissa sul lungomare cittadino. Ad ogni modo, Hakim se l'è cavata con una serie di contusioni su tutti il corpo e parecchi giorni di prognosi, ma è disperato: «Questa gente mi ha distrutto la vita - dice -, ora non potrò lavorare per molto tempo. È successa una cosa molto brutta e poteva capitare a chiunque».
Hakim: «Sono vivo per miracolo»
Secondo quanto riporta la testimonianza raccolta nella denuncia, intorno alle 2.30 di venerdì notte Hakim si sarebbe avvicinato al tavolo di alcuni clienti per invitarli a pagare il conto, spiegando che altrimenti avrebbero dovuto lasciare il locale a causa della lunga fila. Ma una delle persone sedute ha imposto al buttafuori di chiedere scusa. Lui, dal canto suo, ha fatto notare che non stava facendo nulla di sbagliato e che non avrebbe "obbedito agli ordini". Così, lo sconosciuto cliente lo ha invitato a seguirlo fuori, dove poi gli ha mostrato la pistola adagiata nella cintola. Poi, l'inferno. ll 38enne avrebbe avuto solo il tempo di fare due passi indietro prima di essere raggiunto da una pallottola alla gamba sinistra, sparata da un'arma da fuoco calibro 22 semiautomatica. La pallottola ha attraversato la gamba da una parte all'altra e il sangue ha cominciato a finire copioso sull'asfalto. Ma neppure le urla disperate dei presenti hanno fermato l'aggressore. Secondo il racconto di Hakim, messo nero su bianco dagli inquirenti, l'uomo avrebbe caricato altri tre o quattro colpi puntando l'arma al volto del buttafuori. «Ma la pistola si è inceppata - ricorda -, sono vivo per miracolo».
La violenza dopo gli spari
Nonostante Hakim fosse a terra ferito, gli amici dell'aggressore avrebbero continuato ad accanirsi con violenza su di lui, prelevando dal locale qualsiasi oggetto per scagliarlo contro di lui. C'è anche chi gli ha lanciato una bottiglia in testa, procurandogli un taglio di diversi centimetri e un mancamento. Per fortuna in quel momento sono arrivate le forze dell'ordine. «Quando hanno visto i lampeggianti dell'auto dei carabinieri - ha detto Hakim riferendosi agli aggressori - sono scappati via». Poi, ferito ma lucido, ha raccolto le poche forze rimaste per chiamare la fidanzata e dirle quel che era accaduto, in attesa dell'ambulanza, arrivata pochi minuti più tardi, che l'ha caricato sulla barella e l'ha portato dritto in ospedale. Degli aggressori, però, nemmeno l'ombra.
Il buttafuori: «Adesso ho paura»
Hakim è già tornato a casa ed è assistito dai suoi cari. Ma il rumore dello sparo che gli ha trafitto la gamba gli rimbomba ancora in testa: «Ho paura, sono vivo solo perché la pistola si è inceppata e adesso non so cosa potrebbe succedermi. Spero che lo Stato riuscirà a tutelarmi, questa gente mi ha rovinato la vita», ripete senza sosta. Intanto alla procura di Paola si lavora da giorni per individuare i responsabili e assicurarli alla giustizia, ma sulle indagini, al momento, vige il massimo riserbo.