È ripreso al tribunale di Locri dopo la pausa estiva il processo a carico di Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace imputato insieme ad altre 25 persone per associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio sulla gestione dei progetti di accoglienza agli immigrati. Nell’udienza di oggi sono stati ascoltati altri due testi della pubblica accusa. Si tratta di funzionari prefettizi che all’epoca dei fatti contestati hanno svolto attività di controllo nel comune reggino attraverso numerose ispezioni. Dalle dichiarazioni rese dai testi in aula è emersa una permanenza degli immigrati del progetto Cas oltre il limite consentito dalla Prefettura. «Le nostre indicazioni non sono state recepite da Lucano, il quale aveva chiesto una proroga del soggiorno per ragioni umanitarie - ha riferito in aula la teste Giovanna Frustaci - ma i nostri rapporti si sono interrotti nel 2016».

 

È stato poi il turno di Francesca Marazzita che, incalzata dalle domande del pm Michele Permunian, ha rimarcato come ci fosse «difficoltà a far proseguire le attività dei progetti a causa dell’assenza di pagamenti», ammettendo tuttavia di aver trovato da parte dell’ex primo cittadino e dei suoi collaboratori «Grande sensibilità, correttezza e umanità».

Intanto a chiedere i danni a Lucano sarà anche la Siae. La società italiana degli autori ed editori si è infatti costituita parte civile in relazione a false dichiarazioni circa lo svolgimento di alcuni spettacoli musicali a Riace. Il processo riprenderà il prossimo 24 settembre.