«Impedire le riprese giornalistiche audiovisive del maxiprocesso Rinascita Scott significa privare la storia di una testimonianza formidabile, necessaria ed insostituibile. Ciò che come giornalisti siamo riusciti a documentare in relazione al maxiprocesso di Palermo a Cosa nostra, dal 10 febbraio 1986 in avanti, non lo potremo documentare nel nuovo millennio, nell’era di internet e della informazione cross-mediale, con riguardo alla ‘ndrangheta».

È quanto afferma il presidente calabrese dell’Unione nazionale dei cronisti italiani, Michele Albanese, giornalista da anni sotto scorta per le sue cronache in materia di criminalità organizzata, facendosi portavoce della sensibilità manifestata dai colleghi consiglieri dell’Unci e dagli iscritti al Sindacato dei giornalisti della Calabria.

«La decisione assunta dal Tribunale di Vibo Valentia – si legge nella nota dell’Unci – viene criticata con forza dall’intera categoria. Il Tribunale ha vietato le riprese delle udienze senza spiegarne le ragioni. Ha vietato le riprese delle udienze senza sentire le parti del processo. Avrebbe potuto comunque autorizzare le riprese disponendo ulteriori restrizioni rispetto a quelle che, in relazione al nostro codice deontologico, siamo chiamati ad osservare».

Per l’Unci calabrese: «Un’informazione quanto più possibile documentata e completa sul maxiprocesso alla ’ndrangheta iniziato nell’aula bunker di Lamezia Terme sarebbe stata altresì necessaria alla luce della pandemia in atto che impedisce la partecipazione del pubblico alle udienze. L’informazione offre un servizio pubblico, risponde al diritto dei cittadini di essere informati, e decisioni come quelle adottate dal Tribunale di Vibo Valentia limitano gravemente l’efficacia di questo servizio».

In conclusione l’Unci calabrese, attraverso il suo presidente Michele Albanese, dicendosi certo che «le testate giornalistiche televisive reitereranno la loro richiesta di ripresa audio-video del maxiprocesso», auspica che «il nuovo collegio giudicante, insediatosi dopo la ricusazione del primo presidente, possa porre rimedio a questa vicenda che ha provocato dissenso ed imbarazzo anche tra i numerosi colleghi della stampa internazionale giunti da diversi paesi del mondo per seguire Rinascita Scott».