La sesta sezione penale della Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame, nonché l’ordinanza emessa dal gip distrettuale, Barbara Saccà, nei confronti di Danilo Tripodi, 39 anni, di Vibo, in servizio al Tribunale di Vibo Valentia come assistente giudiziario accusato nell’operazione “Rinascita-Scott” dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, falsità materiale in atti pubblici e abuso d’ufficio.

 

Danilo Tripodi, difeso dall’avvocato Francesco Sabatino, dal maggio scorso aveva lasciato il carcere ed era finito ai domiciliari su decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro. Con tale decisione della Cassazione, Tripodi è stato rimesso in libertà. In precedenza il Riesame aveva escluso l’accusa più grave di concorso esterno in associazione mafiosa. La Cassazione ha quindi ora annullato la residua contestazione di corruzione in atti giudiziari e di falso revocando la misura cautelare, circostanza che comporterà la revoca della sospensione dal servizio. Le accuse nei confronti del 39enne vengono in ogni caso tutte contestate con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari che ha aggiunto nei suoi confronti l’ulteriore accusa di aver rivelato notizie coperte da segreto d’ufficio al cugino Marco Lo Bianco, 36 anni, di Vibo, anche lui indagato.

La Cassazione ha poi annullato con rinvio la contestazione associativa per Giuseppe Cugliari (in foto), 27 anni, di Sant’Onofrio (avvocati Michelangelo Miceli e Leopoldo Marchese), figlio di Domenico Cugliari, alias “Micu i Mela”. Sono entrambi accusati di far parte del clan Bonavota. Annullato poi senza rinvio il capo di imputazione, aggravato dalle modalità mafiose, relativo all’abusivo esercizio di credito finanziario contestato a Gaetano Cannatà, 46 anni, di Vibo Valentia (avvocato Diego Brancia) che resta detenuto per il reato di associazione mafiosa.

 

Annullamento con rinvio anche per Cristian Capomolla (in foto), 32 anni, originario di Soriano, residente a Reggio Calabria (avvocati Giuseppe Grande e Antonio Barilaro), accusato di concorso in rapina a mano armata, aggravata dalle finalità mafiose, ai danni della Banca di Credito cooperativo di San Calogero ubicata a San Nicolò di Ricadi.

Annullamento con rinvio sulle esigenze cautelari per Cristian Surace, 27 anni, di Cessaniti (avvocato Giuseppe Grande), accusato di intestazione fittizia di beni aggravata dalle finalità mafiose. La sua impresa, per gli inquirenti, sarebbe nella disponibilità di Francesco Barbieri, 55 anni, detto “Ciccio”, residente nella frazione Piana Pugliese, ritenuto il capo della ‘ndrina di Cessaniti.