Riprenderà giovedì l’esame del collaboratore di giustizia, Andrea Mantella, nel maxiprocesso Rinascita Scott in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Udienza che sarà ancora dedicata ai riconoscimenti fotografici degli imputati e non solo.

I manoscritti di Mantella

Intanto, però, la pubblica accusa ha depositato alcuni manoscritti redatti all’inizio della collaborazione da Andrea Mantella che svelano diversi particolari inediti su fatti di sangue rimasti impuniti, personaggi di Vibo Valentia e strategie criminali portate avanti su tutto il territorio provinciale. Si tratta in totale di 82 pagine di appunti dove Andrea Mantella ha segnato i vari argomenti da trattare, alcuni sviluppati nel corso delle udienze di Rinascita Scott dedicate alla sua escussione, altri probabilmente approfonditi in verbali al momento coperti da segreto investigativo.

L’omicidio sulla scalinata di Vibo

È il 13 febbraio 2004 quando a Vibo Valentia, sulla scalinata che da corso Umberto I conduce a via Milite Ignoto, alle ore 17.30 viene raggiunto da cinque colpi di pistola il  67enne Pietro Valente, originario di San Costantino Calabro, appena uscito dal Tribunale. Non si sono rivelate di aiuto, in questo caso, le telecamere del Palazzo di giustizia e sulla morte dell’ex bidello per anni si è brancolato nel buio. L’ex pensionato tornava saltuariamente a San Costantino Calabro, paese che aveva lasciato anni prima, dopo l’assassinio del figlio Giovanni, ucciso sulla provinciale San Costantino-Francica ed il cui delitto rimane, tuttora, ugualmente impunito. La novità sull’omicidio di Pietro Valente arriva ora dai manoscritti di Andrea Mantella che di suo pugno ha scritto: “Omicidio avvenuto a Vibo Valentia nei pressi della scalinata che da piazza del Rosario si va in Tribunale. E’ stato commesso da Domenico Di Leo e Franco Cortese detto Nocciolina di San Gregorio dopo che la vittima andava a testimoniare in Tribunale.

Fatti appresi dall’intera famiglia Bonavota-Cugliari. Ai tempi Di Leo era componente attivo del clan Bonavota-Cugliari percui il clan era a conoscenza”. Domenico Di Leo, detto “Micu Catalanu” è stato a sua volta ucciso il 12 luglio 2004 a Sant’Onofrio da un commando di cui avrebbe fatto parte lo stesso Andrea Mantella ed il suo omicidio è contestato nell’operazione antimafia “Conquista” contro il clan Bonavota che avrebbe punito Di Leo a seguito di alcuni contrasti sorti per lo sfruttamento dell’area industriale di Maierato ormai “liberata” dal controllo di Raffaele Cracolici (ucciso nel maggio 2004). Andrea Mantella, quindi, ha messo nero su bianco nei suoi manoscritti di essere a conoscenza dei particolari dell’omicidio avvenuto “nei pressi della scalinata di Vibo”. L’unico fatto di sangue avvenuto in tale zona è l’omicidio di Pietro Valente. 
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