Concessi gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Il legale viene ritenuto contiguo a diversi clan del Vibonese
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Lascia il carcere di Civitavecchia per gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico l’avvocato Francesco Stilo, 48 anni, di Lamezia Terme, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, concorso in rivelazione di segreti d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, intralcio alla giustizia ed arrestato il 19 dicembre dello scorso anno a seguito dell’operazione Rinascita-Scott.
Per motivi di salute che si sono riverberati – affievolendole – anche sulle esigenze cautelari e sul pericolo di recividanza (Stilo era detenuto da quasi un anno), il gip distrettuale di Catanzaro, Claudio Paris, ha aperto le porte del carcere per l’avvocato Francesco Stilo che dalla professione è stato sospeso.
Nel collegio di difesa che ha ottenuto la scarcerazione ci sono gli avvocati Piero Chiodo, Diego Brancia, Antonio Larussa e Paola Stilo che si sono avvalsi quale collegio medico-legale del supporto dei professore Spagnolo, Adolfo Francia, Francesco Perticone, Santelia e Mario Nicotera. Infine determinanti per l’accoglimento dell’istanza sono state le conclusioni del dottore Raffaele Gangale.
L’avvocato Stilo è ritenuto dall’accusa contiguo ai clan Mancuso di Limbadi e Nicotera, Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia, Pardea di Vibo, Razionale di San Gregorio d’Ippona ed Accorinti di Zungri.