È tornato a Diamante il magistrato Nicola Gratteri per partecipare alla ventottesima edizione del Peperoncino Festival, evento a cui ha preso parte spesso negli ultimi anni e che quest'anno, causa pandemia virale, va in scena con molte restrizioni e nel pieno rispetto delle normative anti-Covid.

L'occasione è, ancora una volta, la promozione di uno dei suoi libri, "La rete degli invisibili", edito da Mondadori, scritto a quattro mani con il saggista Antonio Nicaso. Il magistrato, intervistato dal giornalista Arcangelo Badolati, ha parlato ininterrottamente alla folla per oltre due ore, toccando temi spinosi come la 'ndrangheta e la massoneria deviata, fenomeni criminali che combatte come procuratore della Repubblica di Catanzaro, a capo degli uffici della Direzione Distrettuale Antimafia.

Piazza Savonarola a fare da cornice

Nel salottino all'aperto di Piazza Savonarola, c'era anche il senatore di Italia Viva Ernesto Magorno, sindaco di Diamante e perfettamente a suo agio nei panni di padrone di casa. A lui è toccato il saluto istituzionale, durante il quale ha ribadito pubblicamente la volontà di lasciare definitivamente la politica alla fine dei due mandati che ricopre attualmente.

«Stiamo sconfiggendo la 'ndrangheta»

Il procuratore di Gerace, nemico giurato di ‘ndrine e politici corrotti, vive sotto scorta dal 1989 a causa delle gravi minacce di morte ricevute per il suo lavoro. Ciò, però, non gli ha impedito di continuare a sferrare colpi pesantissimi alla criminalità organizzata che, grazie all'opera della magistratura, continua a perdere pezzi e forza economica. L'inchiesta forse più importante per nomi e numeri è quella del dicembre scorso denominata Rinascita Scott, nella quale sono indagati centinata tra malviventi, professionisti e politici legati al mondo delle mafie. Tra qualche ora si celebrerà l'udienza preliminare, che deciderà le sorti delle persone coinvolte, mandandole a processo o sgretolando le accuse mosse dalla procura di Catanzaro: «Siamo sereni - ha detto Gratteri - siamo sicuri del nostro lavoro». E sull'aula bunker che ospiterà il processo dice: «Sarà la più grande del mondo».