La posizione del primo cittadino al vaglio della Prefettura dopo la decisione della Cassazione. Convocata un’assemblea pubblica per domani
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Quei 18 mesi di condanna per falso ideologico confermati in settimana dalla Cassazione potrebbero costare carissimi a Mimmo Lucano. L’europarlamentare e sindaco di Riace rischia infatti la decadenza dalla carica di primo cittadino per effetto della legge Severino, che punisce gli amministratori pubblici che hanno riportato condanne in via definitiva superiori a 6 mesi (con pena sospesa). A Lucano rimarrebbe, tuttavia, la decisione di impugnare l’eventuale decadenza davanti al giudice competente.
Al momento nessun atto ufficiale è stato notificato al Palazzo del Governo al municipio di Riace, al netto di una telefonata intercorsa tra il segretario comunale e il viceprefetto di Reggio che sa tanto di preavviso. «Anche Riace potrebbe essere inserito nella lista dei Comuni chiamati al voto nella prossima primavera», è la sintesi della comunicazione ricevuta.
Lucano era finito al centro dell’inchiesta «Xenia» e in primo grado venne condannato dal tribunale di Locri alla pena di 13 anni. La condanna venne poi ridotta dalla Corte d’Appello a un anno e sei mesi per la sola accusa di falso. Il pg della Suprema Corte aveva sollecitato nel corso della sua requisitoria di giovedì mattina l’annullamento parziale della sentenza di secondo grado e la riutilizzazione delle intercettazioni telefoniche.
La condanna definitiva a un anno e mezzo potrebbe aprire le porte già nelle prossime ore alla decisione da parte della Prefettura di firmare il provvedimento di decadenza di Lucano dalla carica di primo cittadino di Riace, ma non come parlamentare europeo. Mentre gli avvocati studiano eventuali contromisure, Lucano per il momento preferisce non commentare, ma ha convocato per domani mattina alle 11 un’assemblea pubblica in programma alla Mediateca comunale.