Comparirà davanti al gup insieme agli altri 29 indagati dell’inchiesta Xenia. Tra i reati contestati favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Mimmo Lucano dovrà comparire il primo aprile, dinnanzi al gup di Locri Amelia Monteleone, insieme agli altri 29 indagati dell’inchiesta “Xenia”. Il sindaco “sospeso” da Riace quindi a breve dovrà presentarsi in udienza preliminare dove il gup deciderà se mandarlo o meno a processo. Nei giorni scorsi la Procura di Locri ha chiesto per tutti i soggetti coinvolti il rinvio a giudizio.
Mimmo Lucano rischia di finire alla sbarra
Mimmu u “Curdu”, ideatore del cosiddetto “modello Riace”, basato sull’integrazione sociale e lavorativa dei migranti, rischia di finire alla sbarra. La Procura della Repubblica di Locri, guidata da Luigi D’Alessio, contesta a Lucano e ad altri indagati il reato di associazione per delinquere che avrebbe, tra l’altro, orientato: «l’esercizio della funzione pubblica degli uffici del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Reggio Calabria, preposti alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati nell’ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l’affidamento dei servizi da esplicare nell’ambito del Comune di Riace». Ed è questo che il Viminale e il Palazzo del Governo sono indicati tra le persone offese e potranno quindi costituirsi parte civile durante l’eventuale processo.
L’inchiesta Xenia
L’inchiesta “Xenia”, condotta dai finanzieri del gruppo di Locri riguarda anche un’ipotesi di concorso in abuso d’ufficio per avere: «intenzionalmente» procurato ad alcune associazioni un «ingiusto vantaggio patrimoniale pari a euro 2.300.615,00»: «Lucano – si legge nelle carte- in qualità di pubblico ufficiale, sindaco del comune di Riace, in concorso con i singoli presidenti pro-tempore degli enti gestori dei progetti Sprar e Cas, nella loro qualità di incaricati di pubblico servizio, nello svolgimento delle loro funzioni, nella parte immediatamente precettiva relativa al buon andamento e imparzialità dell’amministrazione, mediante indebite rendicontazioni al Servizio Centrale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) e alla Prefettura di Reggio Calabria (Cas) delle presenze relative ad immigrati non aventi più diritto a permanere nei progetti». A lui, e ad altri indagati, viene contestata dal pm oltre che l’accusa di abuso d’ufficio anche l’associazione per delinquere. Entrambe però non avevano superato superato il vaglio del gip di Locri che nell’ottobre scorso , aveva disposto gli arresti domiciliari per Mimmo Lucano solo per due ipotesi, quelle di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.
Tutti gli altri indagati
Gianfranco Musuraca, classe 1976
Fernando Antonio Capone, classe 1966
Jerri Cosimo Ilario Tornese, classe 1976
Antonio Santo Petrolo, classe 1966
Giuseppe Sgrò. Classe 1954
Nicola Audino, classe 1969
Domenico Latella, classe 1967
Annamaria Maiolo, classe 1959
Renzo Valilà, classe 1970
Salvatore Romeo, classe 1977
Maria Taverniti. Classe 1964
Oberdan Pietro Curiale, classe 1983
Cosimina Ierinò, classe 1961
Lemlem Tesfahun, classe 1982
Gebremarian Abeba Abraha, classe 1980
Giuseppe detto “Luca” Ammendolia, classe 1976
Valentina Micelotta, classe 1993
Prencess Daniel, classe 1987
Oumar Keita, classe 1986
Assan Balde, classe 1985
FIlmon Tesfalem, classe 1988
Alberto Gervasi, classe 1951
Cosimo Damiano Musuraca, classe 1977
Pasquale Valenti, classe 1964
Nabil Moumen, classe 1984
Rosario Antonio Zurzolo, classe 1977
Maurizio Senese, calsse 1963
Maria Caterina Spanò, classe 1972
Domenico Sgrò, classe 1990
LEGGI ANCHE:
Accolto in parte il ricorso di Lucano, la parola ora passa al Riesame
Lucano, il procuratore della Cassazione: «Confermare il divieto di dimora»
Mimmo Lucano in Procura: «Sono innocente». Atteso il verdetto della Cassazione
Riace, Lucano: «Abbiamo nascosto dei rifugiati pur di farli restare con noi»
Caso Lucano: «Hanno verificato tutto, spero prevalga la coscienza»