Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha accolto l'istanza degli avvocati. L'uomo è condannato a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa
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Revocato il 41 bis a Santo Vottari, 46enne di San Luca. Il tribunale di Sorveglianza di Roma, accogliendo l’istanza avanzata dal legale Giovanna Beatrice Araniti, i giudici del Tribunale di sorveglianza di Roma hanno disposto quindi la revoca del cosiddetto “carcere duro”, all’ uomo Condannato a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa all’esito del processo “Fehida”. Un processo scaturito dalle indagini sulla cruenta faida di San Luca culminata, a Ferragosto del 2007, con la strage di Duisburg, in Germania. Santo Vottari, ritenuto un elemento di primo piano all’interno del potente e ramificato clan della ‘ndrangheta Pelle-Vottari di San Luca, era stato arrestato, dopo circa 10 anni di latitanza, a marzo del 2017 dai Carabinieri. Dopo alcuni mesi dell’arresto la Procura antimafia aveva chiesto e ottenuto, dal ministero della giustizia, l’applicazione del regime di massima sicurezza. Vottari, in un primo momento era accusato dall’Antimafia anche di aver partecipato all’omicidio di Maria Strangio,uccisa a San Luca il giorno di Natale del 2006. Accusa da cui venne assolto. La Strangio era la moglie di Giovanni Nirta, considerato uno dei capi della cosca omonima. Era lui la vittima dell’agguato da cui però rimase illeso.
Questo fu il primo episodio di sangue della ripresa della faida che ha visto le due ‘ndrine contrapporsi in una serie di atti violenti. Una guerra terminata poi con la “mattanza” tedesca su cui la Procura Antimafia ha fatto piena luce. L’uomo inoltre, è figlio di Giuseppe Vottari, assassinato a Bruzzano Zeffirio, nel reggino, nell'ottobre del 1986, a seguito di un summit chiarificatore di due clan rivali operanti nel comprensorio di Motticella, e nipote di Francesco Antonio Vottari, alias 'Frunzu', capostipite della famiglia Vottari inquadrata nella cosca 'Pelle-Vottari', storica rivale dei 'Nirta-Strangio”.