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"La Calabria è stata molto penalizzata negli ultimi anni, abbiamo perso il dieci per cento dei docenti a fronte del cinque per cento di altre strutture italiane". Il rettore dell'Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, si esprime così nella giornata dedicata alla Primavera dell'Università. "L'università -prosegue- è il futuro dell'Italia e della Calabria, il nostro paese ha sempre basato il suo sviluppo sul capitale umano ma se si penalizza l'alta formazione non si crede più nel futuro. A chi giova tutto ciò?". Nell'aula magna dell'ateneo di Arcavacata sono presenti, per un confronto con le istituzioni, anche il rettore dell'università Magna Grecia di Catanzaro e il rettore dell'università Mediterranea di Reggio Calabria. Aldo Quattrone, rettore dell'ateneo catanzarese rileva un problema sulla facoltà di medicina: "Il sistema di reclutamento degli studenti è iniquo per il Mezzogiorno perché i posti vengono occupati da studenti del nord che dopo un anno aspirano a trasferirsi nelle loro regioni. Questo provoca un depauperamento del territorio perché vi saranno sempre meno bravi medici in Calabria".
Anche il rettore della Mediterranea, Pasquale Catanoso, lamenta incongruenze, soprattutto nell'impianto di finanziamento e chiede "che venga rivisto l'intero sistema di finanziamento nel senso che tenga conto delle diseconomie esterne e della diversa situazione degli atenei calabresi rispetto a quelli di altre regioni". In particolare le università della Calabria soffrono nell'indicatore delle convenzioni con enti locali e regioni.