Forse Roberto Occhiuto ha decantato troppo presto la «riorganizzazione della macchina burocratica». In realtà, la nomina dei nuovi direttori generali sta creando una mezza paralisi nelle attività amministrative della Cittadella.

Senza contare il malcontento crescente di tutti quei dipendenti per i quali, a differenza dei funzionari, non sono più previsti bonus economici per il lavoro extra nelle strutture ausiliarie. Quella di Occhiuto, secondo diversi addetti ai lavori, sarebbe insomma diventata una Regione divisa tra impiegati di serie A e di serie B.

Le nomine 

Pochi giorni fa, il governatore ha nominato tre nuovi dirigenti generali: Domenico Costarella (Protezione civile), Fortunato Varone (Sviluppo economico) e Salvatore Siviglia (Ambiente e urbanistica).

Il cambio ai piani alti dei dipartimenti avrebbe determinato la decadenza automatica di ben sei tra strutture ausiliarie e segreterie tecniche, per un totale di circa 33 unità di personale ritornate ai settori di provenienza.

Ogni dg, in teoria, ha la possibilità di nominare per via fiduciaria i componenti dei vari staff. Solo che i nuovi manager voluti da Occhiuto, venute a cadere le ausiliarie dei loro predecessori, per adesso non hanno questa facoltà, perché ai piani alti della Regione è stato deciso lo stop alle indennità aggiuntive previste per i componenti delle strutture.

La vicenda

La vicenda – più volte raccontata da Lacnews24 – è nota: una sentenza del Tribunale di Catanzaro, confermata in appello nel 2020, ha giudicato illegittime le indennità percepite dai componenti di questi organismi, in quanto non previste dalla contrattazione collettiva. La pronuncia del Tribunale, ignorata per più di un anno dalla Cittadella, ha attivato sia la Corte dei conti, chiamata a verificare possibili danni erariali, sia i revisori della Regione, che hanno dato parere negativo in merito alla prosecuzione dei pagamenti dei bonus.

Niente supporto

Ecco perché i nuovi dg, per il momento, non potranno contare sulle strutture tecniche di supporto. Un problema di non poco conto, considerata l'importanza strategica di questi organismi, fondamentali per il corretto funzionamento della macchina amministrativa regionale.

Secondo i calcoli degli esperti della Cittadella, con i cambi decisi da Occhiuto vengono a mancare tre segreterie tecniche (Depurazione, Rifiuti e Bonifiche) e altrettante strutture ausiliarie dei dg di Ambiente, Forestazione e Sviluppo economico. Senza staff tecnici, per i nuovi manager sarà tutt'altro che facile imprimere il cambio di passo chiesto dal governatore.

Questa impasse potrebbe durare almeno fino a luglio, quando è previsto l'avvio della nuova organizzazione per le strutture. La Giunta Occhiuto ha infatti stabilito diverse regole di ingaggio in linea con le normative nazionali e in grado di scongiurare responsabilità erariali a carico dei dirigenti della Cittadella che autorizzano i pagamenti.

Le nuove regole

L'esecutivo regionale, il 12 aprile, ha definito gli indirizzi della contrattazione integrativa decentrata 2022 e previsto l'istituzione delle cosiddette posizioni organizzative. Si tratta di incarichi previsti dal Contratto collettivo nazionale per i quali sono richieste particolari competenze professionali e che assicurano indennità aggiuntive ai dipendenti.

La Regione ha così messo mano al Fondo risorse decentrate e destinato circa 800mila euro – a partire da luglio – per l'affidamento di 83 po. Un altro milione e 600mila euro è già stato previsto per il 2023.

Il problema è che si tratta di una soluzione tampone, perché questa formula garantisce solo i funzionari (fascia D). Restano invece fuori circa 90 dipendenti di fascia B e C (istruttori e coadiutori amministrativi), ovvero i dipendenti che mandano concretamente avanti il lavoro delle strutture regionali.

Il malcontento, in Cittadella, sembra parecchio diffuso. «Tutelano i funzionari e bistrattano i lavoratori delle fasce inferiori. È una sperequazione di trattamento tra dipendenti», commenta una fonte qualificata. Un'altra rileva una possibile anomalia: «Sono state tagliate le strutture ma al tempo stesso si è deciso l'incremento di cinque Unità operative autonome, di fatto aumentando il numero dei dirigenti regionali».

La «riorganizzazione» decantata da Occhiuto, insomma, preoccupa e non poco buona parte della burocrazia regionale. Il governatore, tuttavia, sembra convinto di aver intrapreso la strada giusta: «Vogliamo un'amministrazione regionale sempre più pronta ad affrontare le sfide che ci attendono nei prossimi anni». Sarà.