Raffaele Grassi, dopo quattro anni di duro lavoro, lascia la Questura di Reggio Calabria. Questo pomeriggio si è svolto un incontro in cui il neoprefetto, insieme al vicario del Questore, Gaetano Cravana, e al capo di Gabinetto Aldo Fusco, ha tracciato insieme ai giornalisti un bilancio della sua attività in riva allo Stretto. «Sono stati anni molto intensi- ha affermato- sia dal punto di vista professionale che umano. Reggio è una città bellissima che mi ha dato tanto e io infatti, ho sempre messo il cittadino al centro del mio mandato; lui è il primo baluardo della legalità». Prevenzione e repressione: sono stati questi i due fronti che hanno caratterizzato l’era Grassi, ma anche il dialogo con le Istituzioni, la società civile e i giovani. I risultati ottenuti durante la sua guida alla questura cittadina parlano da soli. Diciassette sono stati i latitanti catturati e ottanta le operazioni di polizia giudiziaria condotte e di queste ben 24 hanno riguardato l’immigrazione clandestina. A capo del cosiddetto piano “Focus ‘ndrangheta” nei quartieri più a rischio della città la Questura reggina in questi quattro anni ha controllato oltre 231 mila persone e 140 mila veicoli; quasi 700 sono state le persone poste agli arresti domiciliari mentre i sequestri amministrativi sono stati 864 e quelli penali 11, giunti all’esito di quasi mille perquisizioni.

Ci tiene più volte a sottolinearlo il neoprefetto Grassi, «abbiamo agito molto sulla prevenzione dei reati» ed infatti, solo per citare alcuni dati, ben 218 sono stati i Daspo emessi nonché i sequestri effettuati ammontano a quasi 90 milioni di euro e le 13 confische eseguite superano i 13 milioni di euro come valore. Per le attività prettamente di ordine pubblico, Raffaele Grassi ha emesso 15 decreti di divieto di svolgimento, in forma pubblica, dei funerali di appartamenti a cosche mafiose sull’intera provincia, 98 servizi finalizzati al contrasto del fenomeno delle “vacche sacre”, con il rintraccio e l’abbattimento di 285 bovini, mentre 885 sono state le aziende controllate per contrastare il caporalato e le conseguenti sanzioni amministrative emesse sfiorano quasi i 4 milioni di euro. Va via con il sorriso Grassi, ma anche con un po’ di commozione. «Ai cittadini reggini- ha dichiarato alla nostra testata- dico di camminare insieme alle Istituzioni, di vincere resistenza e paura e di affermarsi sempre di più come “antenna” della sicurezza. Le porte della Questura- ha concluso- sono la casa della comunità e questa casa va frequentata, ma non va frequentata da noi bensì dai cittadini». Adesso Raffaele Grassi assumerà le funzioni di ispettore generale di amministrazione al Ministero dell’Interno  e al suo posto arriva Maurizio Vallone il quale si presenterà ufficialmente alla stampa domani mattina.