Proseguono le indagini sulla scomparsa e il ritrovamento della professionista che dirige il centro antiviolenza Margherita. L’intervento del legale e i dubbi del sindacato degli Psicologi liberi professionisti
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Continua il lavoro investigativo sul presunto sequestro lampo della dottoressa Tiziana Iaria, responsabile del centro antiviolenza Margherita di Reggio Calabria.
Dopo le ore di apprensione per la sua misteriosa e insolita sparizione a parlare per primo via social di rapimento è stato il marito della donna Joe Puntillo. Dopo che la donna è stata ritrovata, stordita e maltrattata, sotto la sua abitazione, gli uomini della polizia di stato si sono attivati per ricostruire quanto accaduto.
Gli investigatori hanno sentito il coniuge della vittima per ricostruire i fatti ma non considerano sufficienti le prime dichiarazioni raccolte: per dipanare la matassa saranno necessari ulteriori accertamenti.
Una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire. Secondo quanto appreso, pur partendo dalla versione del rapimento, gli agenti non escludono, in questa fase, alcuna ipotesi. Per avere un quadro più chiaro gli investigatori stanno scavando nella vita della coppia passando al setaccio contatti personali e professionali.
Il caso | Reggio, responsabile di un centro antiviolenza scomparsa e ritrovata dopo 24 ore: si sospetta un rapimento lampo
Un giallo, quanto accaduto alla donna molto nota e benvoluta in città proprio per la sua attività di sostegno alle vittime di violenza e non solo, che ha scosso la comunità. Sulle dinamiche molto particolari dell’aggressione gli inquirenti stanno tentando di fare luce.
Il legale della coppia: «Fantasioso pensare a un coinvolgimento del marito»
A chiarire alcuni punti che già avevano fatto sollevare dubbi e sospetti è stato il legale della dottoressa Iaria. L’avvocato ha diffuso notizie che vanno a escludere «il coinvolgimento del marito che è assolutamente fantasioso in quanto al momento del rapimento si trovava con terzi fuori dall'ufficio. Essendosi lo stesso prodigato con gli inquirenti a trecentosessanta gradi svolgendo ricerche personali per rintracciare la moglie».
Altro particolare che ha destato molto sospetto fin dalla denuncia di scomparsa della donna è stata «la mancanza del cellulare addosso alla mia assistita. Circostanza subito chiarita dal fatto che la stessa lo aveva lasciato alla propria segreteria per un collegamento al computer con lo Spid per una pratica in corso».
Come già emerso la coppia fa parte dei “Cavalieri Templari della Pietà del Pellicano”: i due, proprio nei giorni scorsi – come emerge dai loro profili social – sono stati a Parigi con la delegazione reggina dell’Ordine per una cerimonia internazionale templare.
Entrambi, inoltre, sono impegnati nell’associazione di volontariato San Camillo Onlus, dove la donna fornisce anche assistenza psicologica. In tal senso l’avvocato esclude «il collegamento con il viaggio coi Templari a Parigi che è stato connotato da motivi religiosi e di scambi internazionali di prestigio assolutamente non connesso ai fatti e scevro da ogni rilievo con la vicenda».
Una vicenda molto complessa che vede impegnati la Procura, Polizia di Stato e Carabinieri alla ricerca dei motivi del clamoroso gesto e dei responsabili.
«Tiziana Iaria non fermerà il suo impegno in difesa delle donne»
E mentre le indagini proseguono senza sosta scandagliando il passato e la vita professionale della coppia, riguardo a Iaria l’avvocato Antonino Aloi conferma che è «regolarmente laureata in Psicologia e impegnata nel Terzo Settore attraverso diverse associazioni tra cui il Centro Antiviolenza Margherita». Il legale aggiunge che la donna ha chiarito «che il drammatico rapimento lampo che l'ha vista coinvolta non fermerà di un solo attimo il suo impegno in difesa delle donne violentate e maltrattate e in difesa dei bisogni della gente».
Una precisazione, quella di carattere professionale resasi necessaria perché, andando oltre un gesto che ha lasciato la città attonita e perplessa per la dinamica e le modalità, Dominella Quagliata, presidente del Sindacato nazionale Plp (Psicologi liberi professionisti) ha messo nero su bianco alcune perplessità sulla qualifica professionale della donna e su quanto accaduto.
Quagliata riportava le parole del marito di Iaria nelle ore della scomparsa («lo credo un rapimento, ma non possiamo esserne certi… Tiziana in questi anni, ha aiutato e sostenuto decine di donne vittime di violenza, nonostante le minacce di morte, non si è fermata, né impaurita continuando a sostenere tutti coloro che hanno subito violenza») con un commento: «Non entrando in merito alle legittime ipotesi di un marito preoccupato, è necessario precisare che incoraggiare le donne vittime di violenza alla denuncia e supportarle nell’intero iter di autonomia è senz’altro estremamente faticoso, ma non pericoloso, se non quanto possa esserlo qualunque lavoro/azione che intende contrastare l’agito di persone disoneste». Rispetto a queste parole, l’avvocato Aloi ha ritenuto opportuno precisare. Intanto le indagini vanno avanti.