VIDEO | Gli indagati facevano sottoscrivere false polizze assicurative riuscendo ad impossessarsi di ingenti capitali. Sequestrati preziosi per un valore di un milione di euro
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Nei giorni scorsi è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso, su richiesta della Procura della Repubblica, di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri, dal gip presso il locale Tribunale, per un valore complessivo di circa 1.500.000 di euro nei confronti di tre persone appartenenti ad una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti di truffa aggravata mediante la raccolta e gestione di risparmi, la vendita di strumenti finanziari fasulli ed a struttura piramidale, in assenza delle prescritte autorizzazioni in danno di oltre un centinaio di risparmiatori dislocati su tutto il territorio nazionale (cfr. comunicato stampa del 27 maggio u.s.).
La truffa ai clienti
I malcapitati clienti, infatti, con la falsa promessa di un investimento finanziario sicuro, a breve termine e dagli elevati ritorni economici, venivano introdotti dagli indagati in meri schemi piramidali di nuova generazione - i cd. “Nuovi Ponzi” – che, di fatto, hanno consentito ai sodali di impossessarsi illecitamente di ingenti capitali. Gli indagati, inoltre, facevano sottoscrivere polizze assicurative fittizie a garanzia degli investimenti incoraggiando cosi i potenziali clienti a stipulare gli strumenti finanziari.
Durante l’operazione condotta dalle Fiamme Gialle è stata data esecuzione anche a un decreto di perquisizione locale emesso, nei confronti dei tre principali indagati, da parte di Marco Lojodice – sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, coordinato dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni.
La scoperta dei gioielli e orologi preziosi
Nel corso delle perquisizioni condotte in Reggio Calabria, i finanzieri hanno individuato - nelle immediate adiacenze dell’abitazione del principale indagato - un terreno agricolo con annesso fabbricato rurale risultato nella piena disponibilità dell’indagato, ove erano collocate due casseforti blindate ad armadio di grandi dimensioni.
All’interno delle casseforti i militari operanti hanno così rinvenuto 51 diamanti di diverse carature, 125 orologi di pregio (tra cui Rolex, Cartier, Patek Philippe, Tudor, Eberhard, Omega, Breitling e Longines), 3.398 monete (tra cui n. 3.368 medaglie commemorative in bronzo) e 624 pezzi tra anelli, bracciali, pendenti, orecchini, accendini, collane, spille e pietre preziose, il cui valore complessivo, in corso di valutazione, ammonterebbe a circa un milione di euro.
In relazione al possesso di tali beni di notevole valore, l’indagato non è stato in grado di fornire nell’immediatezza una adeguata giustificazione.
Pertanto, sussistendo l’ipotesi delittuosa di ricettazione in capo all’indagato, i militari della Guardia di Finanza hanno proceduto all’immediato sequestro di tutti i preziosi rinvenuti durante l’operazione mettendoli a disposizione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria che, condividendo “in toto” l’operato delle Fiamme Gialle, ha proceduto alla successiva convalida.
Peraltro continuano a pervenire alle Fiamme Gialle di Reggio Calabria numerose segnalazioni da parte di privati cittadini che – a seguito delle immagini video diffuse dai mezzi di informazione – avrebbero riconosciuto tra i preziosi oggetto di sequestro taluni beni di loro proprietà già oggetto di denuncia di furto.
Le armi bianche sequestrate
Le attività, svolte anche mediante l’ausilio del cash dog “Daba” - unità cinofila addestrata alla ricerca di valuta - hanno riguardato gli immobili nella disponibilità degli indagati, di cui tre ubicati a Reggio Calabria e due a Padova.
Nel corso dell’operazione, sono state rinvenute in altra abitazione, 8 armi bianche (tra cui coltelli da caccia, coltello “ninja”, pugnali e tirapugni) detenute dal fratello di uno degli indagati, in assenza della prescritta comunicazione all’Autorità di P.S..
Il soggetto è stato pertanto deferito alla locale Autorità Giudiziaria e le armi sono state sottoposte a sequestro probatorio, in seguito convalidato dall’A.G., anche al fine di garantire la tutela della sicurezza dei cittadini.