NOMI | Cocaina, marijuana ed eroina fornite dalle cosche venivano fatte circolare nei luoghi della movida. La pena più pesante è quella inflitta ad Antonio Condello, 29 anni e 4 mesi
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Il tribunale di Reggio Calabria ha inflitto 29 anni e quattro mesi di reclusione ad Antonio Condello, ritenuto ‘capo e promotore’ di un’agguerrita consorteria composta da reggini e cittadini africani dedita al traffico di sostanze stupefacenti nell’area della cosiddetta movida cittadina, compresa tra il corso Garibaldi e la parte alta della città, dove sono ubicati moltissimi locali frequentati da giovani e giovanissimi, e alcuni istituti scolastici superiori.
Il Collegio - presidente Greta Iori, a latere Marco Cerfeda e Elsie Clemente - ha superato la richiesta del pubblico ministero Sara Amerio, che per Condello aveva richiesto 25 anni di reclusione. L’operazione "Random", del 2019 – dal nome del locale che fungeva da base alle attività della consorteria criminale - eseguita dai carabinieri del comando provinciale, aveva fatto luce sui canali di rifornimento degli stupefacenti - cocaina, marijuana ed eroina - alimentati dalle cosche della ‘ndrangheta aspromontana di Sinopoli e di Sant'Eufemia d'Aspromonte, zone dominate dalla potente cosca Alvaro, tra le più temute su tutto il territorio nazionale, con ramificazioni all’estero.
Il Tribunale, oltre Antonio Condello, ha condannato Francesco Laurendi, a diciannove anni e due mesi di reclusione; Youssuf Rachid, a undici anni di reclusione; Silvia Lipari e Naim Fouzi, a dieci anni e sei mesi ciascuno, e, infine, Abdelrahim Ghatoussi, a diciotto mesi di reclusione. Assolti, invece, Sabrina Mammì, Laura Chimenti e Michele Lirosi.