VIDEO | In carcere sono finiti Girolamo Mario Mammone, 38enne di Rosarno, e Gianluca Petullà, 38enne di Polistena. Per un terzo indagato, un 32enne di Cinquefrondi, è stato disposto dal gip di Palmi l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria
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Due persone sono state arrestate mentre per una terza è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, con le accuse, a vario titolo di lesioni aggravate, simulazione di reato e favoreggiamento personale. In manette, su ordine del gip di Palmi sono finiti Girolamo Mario Mammone, 38enne di Rosarno e Gianluca Petullà, 38enne di Polistena. Mentre all’’obbligo di presentazione è finito D.M., 32enne di Cinquefrondi accusato solo del reato di favoreggiamento personale.
L’indagine è stata compiuta dai carabinieri della stazione di Cinfquefrondi in seguito alla commissione di una violenta rapina perpetrata un minimarket del luogo commessa, secondo gli inquirenti, dai due complici nell’agosto 2018, i quali, travisati da passamontagna, dopo aver aggredito la titolare e rubato 200 euro in contanti dalla cassa, erano riusciti a scappare prima dell’intervento delle forze dell’ordine. In particolare uno dei due, accompagnato sul posto dal complice a bordo di un motoveicolo, è entrato nel negozio all’orario di chiusura serale e con una pista ha minacciato la proprietaria per poi spintonarla violentemente a terra, riuscendo a prelevare il denaro contante dal registratore di cassa.
Subito dopo, l’uomo ha cercato di fuggire a bordo della moto condotta dal complice ma, anche a causa all’intervento del marito della donna giunto in soccorso e a sua volta malmenato, i due sono caduti a terra e sono fuggiti a piedi nella campagna circostante, abbandonando il mezzo sulla strada. La titolare del negozio, a causa della violenza subita, ha riportato la frattura parziale del bacino, mentre il marito non ha riportato traumi. Il motoveicolo rinvenuto dai carabinieri della compagnia di Taurianova era privo di targa e coperto da vari adesivi,con lo scopo di rendere più difficile l’individuazione. Dal sequestro del mezzo è iniziata l’indagine, supportata anche da attività tecnica, che avrebbe individuato il Mammone, il proprietario della moto, coinvolto presumibilmente nella rapina, nonostante il suo tentativo di precostituirsi un alibi. L’indagato infatti, avrebbe falsamente denunciato a Rosarno il furto del suo mezzo da cui avrebbe tolto la targa per poi coprila con gli adesivi, e non portando con sé il telefono cellulare grazie all’aiuto del presunto complice Petullà. La visione dei sistemi di videosorveglianza della zona, le perquisizioni domiciliari svolte nell’immediatezza, l’escussione di testimoni e le altre attività tecniche svolte dai Carabinieri di Cinquefrondi, avrebbero consentito di ricostruire gli eventi e gli spostamenti dei due, individuandoli quali autori materiali della rapina.
Nell’indagine è rimasto coinvolto anche D.M il quale avrebbe avvertito telefonicamente i due dell’intervento dei militari, cercando di concordare anche una credibile versione da fornire con lo scopo di tutelare l’amico ed eludere le investigazioni. Nonostante quindi un’attenta organizzazione della rapina da parte dei due, già gravati da precedenti di polizia e condanne, e vari accorgimenti utilizzati per eludere le investigazioni, l’attività di indagine svolta dai carabinieri della compagnia di Taurianova sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. I due presunti autori della rapina sono stati trasferiti al carcere di Reggio Calabria-Arghillà e sono a disposizione dell’autorità giudiziaria.