«Vorrei rivolgere alla S.V. un ulteriore appello che mi permetto di confrontare con i provvedimenti da lei assunti di recente in materia di mobilità territoriale. Unisco questa mia istanza alle numerose altre istanze a Lei rivolte dal preside Iaconianni, il consigliere regionale Tilde Minasi, il consigliere regionale Giuseppe Aieta, dalle organizzazioni partitiche: Pd, Italia Viva, Rifondazione Comunista». Si apre così la lettera aperta di Giovanni Gonzales alla presidente della Regione Calabria Jole Santelli.

 

«Mio nipote bloccato a Siena in una stanza di 12mq»

«Il fatto è questo – spiega -: ho un nipote che frequenta un corso di laurea presso l’Università di Siena, nella cui città alloggia presso una famiglia la quale gli ha ceduto in locazione una stanza ed annessi servizi. Egli è in quarantena volontaria in quanto rispettoso dai provvedimenti emanati in materia di mobilità dagli organi governativi e, soprattutto, da codesta Presidenza. È costretto a vivere in una stanza di circa 12 metri quadri e, nonostante ciò, continua a studiare diligentemente e con profitto tanto da consentirgli il superamento di alcuni esami relativi ai corsi di studio seguiti per via telematica. Non esistono altri motivi ostativi che impediscono il ricongiungimento del giovane con la sua famiglia tranne che i provvedimenti in vigore: è rimasto a casa per più di due mesi da quanto è stato emanato il primo provvedimento del Dpcm che poneva tale obbligo; non è affetto dal Covid-19 e questo lo può dimostrare in qualsiasi momento sottoponendosi alle previste prove; è disponibile a rimanere in quarantena volontaria nell’eventualità di un suo rientro che, peraltro, è stato organizzato in assoluta sicurezza ed autonomia».

 

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«Sì alla coltivazione degli orti e no al rientro dei fuorisede»

«Lei – continua Gonzales - ha provveduto, con ordinanza, a: riaprire gli stabilimenti balneari ed i parchi acquatici per effettuare interventi di manutenzione; ha concesso l’apertura delle attività industriali relative ai prodotti dolciari dietro osservanza di precise disposizioni; ha permesso lo svolgimento di attività agricole anche in comuni diversi da quello di residenza. Ma si vuole nascondere o negare che nello svolgimento delle attività autorizzate, e sopra individuate, non possano esserci rapporti interpersonali ravvicinati che possono costituire eventuali motivi di contagio? Né i suddetti rapporti sono stati regolamentati! Ugualmente si vuole negare che presso i supermercati e gli esercenti di genere alimentare possano verificarsi rapporti ravvicinati tra le persone che potrebbero essere causa per il diffondersi del virus? Si vedano, soltanto, i pagamenti effettuati presso le casse per la merce acquistata che, con sicurezza, si svolgono a distanza inferiore al metro! Neanche questi sono stati regolamentati in modo da evitare possibili contagi. Ed ora si continua a vietare il rientro a casa dei familiari perché non si riesce a regolamentare gli spostamenti!»

 

Le possibili soluzioni in vista della fase 2

«Faccio appello – aggiunge - alla sua sensibilità allorché ebbe a dichiarare: “Ci debba essere una fase 2, va preparata con attenzione e prudenza”; ed inoltre: “Dopo il 3 maggio avvieremo 15 giorni di screening di massa e da lì decideremo come procedere”. Mi sorge, però, spontanea una domanda: se si penserà di organizzare le procedure da seguire per la fase 2 dopo 15 giorni dal 3 maggio, quanto tempo ancora saranno costretti a rimanere fuori dalla propria residenza i nostri giovani? Non oso credere che Lei si è circondata da collaboratori che non sono capaci di organizzare un rientro regolamentato ed organizzato dei calabresi onesti che intendono ricongiunsi alle proprie famiglie? A mio avviso, sarebbe sufficiente e naturale incaricare le forze dell’ordine di dare applicazione scrupolosa delle vigenti norme in materia di spostamenti ed, inoltre, obbligare coloro che rientrano a munirsi di permessi rilasciati dalle autorità competenti in modo da essere tracciabili; ovvero obbligare coloro che vogliono ritornare a casa di munirsi delle App previste dal Governo così da conseguire analogo risultato».

 

«Non vorrei credere – conclude Gonzales - che a governare la Calabria è stata posta la caparbietà e non il buon senso civico e morale. Abbiamo necessità di conoscere normative certe; periodi e date non contrattabili; e non rinvii ed ulteriori proclami. Con osservanza si attende risposta».

 

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