Soffiano sempre più forti i venti di guerra sull'Ucraina con la situazione che nelle ultime ore sembra essere precipitata. Con una mossa a sorpresa, ieri il presidente russo Vladimir Putin ha dapprima annunciato il riconoscimento dell'indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, per poi ordinare l'invio di truppe nella regione del Donbass con lo scopo, è la versione del Cremlino, di "assicurare la pace".

Non si è fatta però attendere la replica dell'Ucraina: «Non abbiamo paura della Russia», ha affermato il presidente  ucraino, Volodimyr Zelensky, che in un discorso alla nazione ha ribadito che gli ucraini non cederanno «un solo pezzo» del Paese. Gli Usa, intanto, hanno spostato per la notte i propri diplomatici in Polonia per motivi di sicurezza.

22 febbraio: gli aggiornamenti

11.40 - Draghi: «Evitare guerra nel cuore d'Europa»

«Voglio prima di tutto esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si tratta di un’inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Sono in costante contatto con gli alleati per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell’Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia». Così il premier Mario Draghi, aprendo il suo intervento alla cerimonia al Consiglio di Stato.

11.20 - Kiev a Mosca:  «Cancelli il riconoscimento»

«Chiediamo alla Russia di cancellare la decisione sul riconoscimento e di tornare al tavolo negoziale», ha affermato l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, durante la riunione di emergenza dell’esecutivo Onu. «Condanniamo l’ordine di dispiegamento di truppe addizionali nei territori dell’Ucraina. Chiediamo un ritiro immediato, completo e verificabile delle truppe di occupazione».

10.09 - L'allarme dell'Onu:  «È reale il rischio di un grande conflitto»

In una riunione d'urgenza del consiglio di sicurezza, l'Onu ha sottolineato che «il rischio di un grande conflitto» in Ucraina «è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi». Per gli Stati Uniti quello della Russia è stato non solo «un attacco all'Ucraina», ma «un attacco alla sovranità di ogni stato membro dell'Onu» che «avrà conseguenze rapide e gravi».

9.29 - Ministro della difesa ucraino:  «Siamo pronti e in grado di difendere noi stessi»

«Rimaniamo fiduciosi e calmi. Siamo pronti e in grado di difendere noi stessi e la nostra sovranità». Lo scrive su Twitter il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov all'indomani della decisione di Mosca di riconoscere l'indipendenza del Donbass. Un atto con il quale il «Cremlino ha riconosciuto la sua aggressione nei confronti dell'Ucraina».

Ore 9.02 - In arrivo le prime sanzioni alla Russia

«Oggi pomeriggio adotteremo le prime sanzioni» nei confronti di Mosca. Lo ha detto l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue, Josep Borrell, arrivando a Parigi al Forum per la Cooperazione Indo-Pacifica.

«Un Consiglio degli Affari Esteri informale si terrà dopo questo Forum», ha annunciato Borrell dicendosi «certo del voto unanime» dei Paesi membri. Parallelamente, alle 9.30 a Bruxelles avrà inizio la riunione degli ambasciatori dei 27 Paesi membri che avrà sul tavolo proprio il dossier sanzioni dopo il riconoscimento da parte di Mosca delle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk.

Ore 8.35 - Uccisi due soldati, 12 feriti

Due soldati ucraini sono stati uccisi da bombardamenti la notte scorsa e altri 12 sono rimasti feriti: lo ha reso noto la Joint Forces Operation del ministero della Difesa ucraino in un rapporto pubblicato questa mattina. Lo riporta il Guardian.
Il documento sottolinea che l'Ucraina ha registrato 84 violazioni del cessate il fuoco nelle ultime 24 ore da parte delle forze appoggiate dalla Russia, 64 delle quali con armi vietate dagli accordi di Minsk.

Ore 7.19 - Lavrov  pronto ad incontrare il segretario di stato Usa

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov è ancora pronto a incontrarsi con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, dopo la decisione del presidente russo Vladimir Putin di inviare truppe nelle due regioni separatiste ucraine: lo ha reso noto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova.

«Anche nei momenti più difficili... noi diciamo: siamo pronti alle trattative», ha detto Zakharova in dichiarazioni trasmesse su Youtube. Come è noto, un incontro tra Blinken e Lavrov è previsto per giovedì a a Ginevra.