Giuseppe Morfù racconta di essere stato travolto dalla furia dell’uomo per un banale rimprovero al figlio: «La violenza fa perdere tutti ma qui non troverà spazio. Ho già denunciato»
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È un racconto amaro quello di Giuseppe Morfù, ex giocatore di squadre importanti in campionati professionistici, educatore e figura di riferimento della Casa Academy (scuola calcio), aggredito domenica scorsa a Corigliano Rossano da un genitore all’interno della struttura.
L’episodio, avvenuto sotto gli occhi di circa cinquanta bambini, ha scosso profondamente l’intero ambiente. Tutto è iniziato con un semplice rimprovero rivolto a un bambino. «Gli ho chiesto di portare rispetto, di non inveire contro i compagni e i genitori. Qui alla Casa Academy insegniamo ai ragazzi valori come il rispetto e la convivenza civile. Ho parlato in modo sereno, come faccio sempre con i miei bambini», racconta Morfù. Ma il rimprovero non è stato digerito. «Probabilmente il bambino ha chiamato il padre e dopo cinque minuti quell’uomo è entrato nella segreteria, con una furia incontenibile. Mi ha trascinato fuori, colpendomi con cazzotti e calci in faccia, con una violenza che non riesco a spiegare».
Bambini testimoni di un’aggressione brutale
La scena si è svolta davanti a circa cinquanta bambini, abituali frequentatori della Casa Academy. «Sono rimasti senza parole. Per loro questa è una casa. Qui mangiano, studiano, giocano, si sentono accolti. È la loro seconda famiglia. Una scena così violenta non dovrebbe accadere mai, men che meno in un posto dedicato ai bambini». L’educatore sottolinea l’importanza di proteggere i più piccoli da episodi simili: «I bambini sono molto sensibili. Questa violenza li ha toccati. Molti di loro non avevano mai visto nulla del genere. Ora sono scioccati, ma dobbiamo fare in modo che non perdano fiducia in un luogo che è stato creato per loro». Dopo l’aggressione, Morfù è stato accompagnato al pronto soccorso. «Mi hanno fatto la Tac alla testa perché i colpi sono stati violenti. Ho una frattura alla quarta costola, lo spostamento della mandibola, lesioni al timpano e altre ferite. Il mio volto è ancora gonfio». Nonostante il dolore fisico, Morfù è determinato ad andare avanti: «Con il mio avvocato, sceso appositamente da Roma, abbiamo già presentato denuncia ai carabinieri. Questi gesti non possono restare impuniti. Chi ha sbagliato dovrà pagare».
Solidarietà dalla comunità sportiva
La vicinanza ricevuta dopo l’accaduto è stata grande. «Le mamme mi hanno dimostrato grande affetto, i bambini sono venuti a trovarmi, tempestandomi di messaggi. Anche le scuole calcio limitrofe, i dirigenti delle società dove ho giocato, come Pisa e Perugia, e l’Aiac mi hanno fatto sentire meno solo». Un’onda di solidarietà che rappresenta un raggio di luce in una vicenda dolorosa. «Questo affetto mi dà forza. So che quello che abbiamo costruito in questa struttura non sarà scalfito da un gesto di violenza. La Casa Academy è la casa dei bambini e continuerà ad esserlo».
La Casa Academy, spesso definita «un oratorio» per il suo spirito inclusivo, rappresenta per molti bambini un rifugio sicuro. «I ragazzi vengono qui ogni giorno, senza orari. Si fermano a mangiare con me, studiano insieme e giocano felici. È un luogo dove costruire valori importanti, come il rispetto e la solidarietà». Morfù conclude con fermezza: «Non possiamo permettere che un episodio del genere rovini tutto. Questa aggressione ha fatto perdere tutti: ha perso l’aggressore, ho perso io, ma soprattutto ha perso lo sport. I bambini meritano di crescere in un ambiente sano e sicuro. La violenza non troverà spazio qui».