Convocata per il 25 settembre una riunione con sindaci, presidenti Avis, imprenditori e associazioni. Si serrano i ranghi in difesa del presidio sanitario
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Il Pronto soccorso di Soveria Mannelli rischia di diventare un Punto di primo intervento ospedaliero (Ppit). A denunciare l’ennesimo potenziale ridimensionamento del presidio montano è il Comitato Pro Ospedale del Reventino il quale ha convocato per il prossimo 25 settembre una riunione con sindaci, presidenti Avis, imprenditori e associazioni. Un modo, insomma, per serrare i ranghi su una realtà sempre più smembrata.
Il declassamento del Pronto soccorso, spiega il comitato, porterebbe a non poterne usufruire nelle ore notturne, in particolare dalle 20 di sera alle otto del mattino. Ma tanti sono i nodi da sciogliere. Come la mancanza di personale nel Laboratorio Analisi che ne comporta la limitazione del numero di prestazioni giornaliere e il mancato accesso a questo da parte del pronto Soccorso.
L’ambulatorio di Radiologia ha solo due risorse, una delle quali in via di pensionamento. Una circostanza che fa temere una dismissione dell’intero servizio che andrebbe a pesare anche sul Pronto soccorso. L’ambulatorio di Pediatria «è stato dequalificato per numero di prestazioni settimanali a soli tre giorni, cosa che pone interrogativi molto preoccupanti.
È in forte decurtazione anche la medicina territoriale, la quale non fornisce servizi per come il territorio richiede. Le consulenze rimaste sono, una volta a settimana: oculistica, otorino, urologia, endocrinologia. A queste dovrebbero essere aggiunte altre specialistiche come la dermatologia. gastroenterologia: il servizio ha funzionato, una volta a settimana, fino alla fase pre-Covid (febbraio) da allora non è stato ripristinato dall’Asp, benché l’ambulatorio fosse provvisto a livello strumentale di tutto ciò che serve per eseguire tale esame diagnostico».
E ancora: «Il servizio di Fisioterapia è stato dismesso per mancanza di personale, che in modo contingentato è stato nel tempo trasferito altrove. Si rende quanto mai necessario il ripristino di tale attività, molto richiesta dal territorio. Non fosse altro, che esistono domande interne di operatori pronti a trasferirsi a Soveria. Anche il consultorio segna il passo, ed essendo ubicato all’interno della struttura ospedaliera vien percepito come una condizione unitaria. Manca l’assistente sociale, il sociologo, lo psicologo, il ginecologo».
«Negli ultimi quattro anni – si legge ancora in una nota - il servizio vaccinazioni, che era quotidiano, è stato decurtato a una volta a settimana prima, poi una volta ogni quindici giorni, fino al primo venerdì di ogni mese e, infine, eliminato per chissà quale cervellotica intuizione sanitaria. Si costringono centinaia di madri a scendere a Sambiase e fare file interminabili, quando un solo medico che si sposta a Soveria, anche una volta al mese, lo potrebbe evitare».
La mancanza di medici del 118, denuncia ancora il Comitato, rende possibile che partano ambulanze senza medici a bordo. «La day surgery, stenta a presentarsi come un qualcosa di definito. Viene svolta una volta a settimana per quanto riguarda la Chirurgia Generale. È stata ipotizzata come multidisciplinare, nei fatti mai contestualizzata». Ad Oncologia il servizio viene effettuato una volta a settima per poche ore come per Ortopedia.
«Quanto fin qui spiegato – afferma il comitato - è più o meno il quadro sinottico rappresentativo della struttura ospedaliera. Essa potrebbe superare ogni punto sopra citato se solo si desse piena esecuzione al Dca 64 sulla Riorganizzazione della Rete Ospedaliera Regionale unitamente agli implementi consentiti dall’Atto Aziendale dell’Asp. Da queste semplici e concrete osservazioni, siamo partiti per cercare di cementare ed unire il territorio attraverso i suoi massimi rappresentanti, certi che solo un territorio compatto può farci superare - conclude - ogni possibile regresso sociale e democratico ed acquistare un’ovvia credibilità».