NOMI | Cinque sono finiti in carcere, per sette disposto l'obbligo di firma. L'inchiesta avrebbe fatto luce sul presunto locale di 'ndrangheta di Piscopio, nel Vibonese
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È stata eseguita dalla Polizia un provvedimento di misura cautelare su richiesta della Procura nei confronti di dodici imputati coinvolti nell'inchiesta denominata Rimpiazzo, dopo il deposito della motivazione della sentenza di primo grado. Tra i reati contestati associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dal metodo mafioso.
Si tratta di provvedimento cautelare adottato a seguito della sentenza emessa all’esito del giudizio dibattimentale, celebrato in primo grado, dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia e, quindi, non definitiva, nel processo che ha avuto ad oggetto la contestazione associativa relativa all’articolazione ‘ndranghetistica denominata locale di Piscopio - operante sul territorio delle frazioni vibonesi di Piscopio, Longobardi e Bivona, Vibo marina e Porto Salvo, nonché la contestazione associativa relativa al sodalizio finalizzato al traffico di sostanza stupefacente, e i reati ad esse connessi.
Le misure
Nello specifico, per cinque imputati è stata adottata dal Tribunale la misura cautelare della custodia in carcere, mentre per sette imputati è stata adottata dal tribunale la misura cautelare dell’obbligo di firma.
Gli arrestati portati in carcere per associazione mafiosa sono: Benito La Bella, di 34 anni, condannato a 13 anni e 11 mesi, di Piscopio; Giuseppe D’Angelo, di 48 anni, di Piscopio, condannato a 10 anni e 4 mesi; Domenico D’Angelo, di 59 anni, di Piscopio, condannato a 10 anni; Angelo David, di 38 anni, di Piscopio, condannato a 10 anni; Francesco Felice, di 28 anni, di Piscopio, condannato a 13 anni e 8 mesi.
Per sette imputati, per i quali è intervenuta condanna per narcotraffico è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria tre volte a settimana. Si tratta di: Nazzareno Pannace, di 32 anni, di Vibo ma domiciliato a Bologna, condannato a 13 anni e 5 mesi; Francesco Popillo, di 36 anni, di Vibo ma residente a Bologna, condannato a 13 anni e 6 mesi; Giuseppe Lo Giudice, di 43 anni, di Piscopio, condannato a 6 anni; Michele Staropoli, di 55 anni, di Piscopio, condannato a 9 anni e 6 mesi; Pierluigi Sorrentino, di 31 anni, di Vibo Marina, condannato a 13 anni e 4 mesi; Ippolito Fortuna, di 61 anni, di Vibo Marina, condannato a 8 anni; Michele Silvano Mazzeo, di 51 anni, di Mileto, condannato a 8 anni e 2 mesi.