Prosegue il dibattimento che vede coinvolto l’ex sindaco di Riace accusato di associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d'ufficio
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
È tornato in aula, in corte d’appello a Reggio Calabria, il processo Xenia che vede coinvolto l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. La condanna inflitta nel primo processo a Lucano è stata quasi il doppio rispetto alla richiesta del pubblico ministero di Locri, secondo il quale all’ex sindaco andavano comminati 7 anni e 11 mesi. I reati contestati all’ex sindaco di Riace sono associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio.
Il processo è nato da un’inchiesta della guardia di finanza sul modello Riace. La Corte d’Appello, presieduta da Giancarlo Bianchi, ha ascoltato oggi le arringhe della difesa degli imputati Salvatore Romeo, per il quale sono stati richiesti quattro anni e sei mesi, condannato in primo grado a sei anni di carcere, Maria Taverniti per la quale sono stati chiesti 4 anni e 4 mesi a fronte di una condanna a 6 anni e 8 mesi in primo grado. E Jerry Tornese per il quale il pg ha chiesto 5 anni, a fronte della condanna a sei anni riportata in primo grado.
L’incontro | Mimmo Lucano a Corigliano-Rossano per parlare del caso Riace: «Ho fatto quello che era giusto»
L’udienza è stata rinviata al 31 maggio quando sarà dato ulteriore spazio alle difese prima di esaminare la posizione dello stesso Lucano.