Deposizione fiume del colonnello Sportelli. Sotto la lente alcune intercettazioni che confermerebbero l'ipotesi investigativa
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Il sindaco Lucano aveva un interesse politico e non economico nei progetti di accoglienza». È uno dei passaggi chiave della deposizione del colonnello della Guardia di finanza Nicola Sportelli, uno dei principali testi dell’accusa al processo che vede alla sbarra l’ex primo cittadino di Riace, accusato insieme ad altre 25 persone di associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa sulla gestione dei progetti di accoglienza agli immigrati.
Una deposizione fiume quella del militare delle Fiamme gialle, che ha ripercorso in aula i contenuti dell’informativa, cuore dell’inchiesta Xenia. Sotto la lente del finanziere alcune intercettazioni che confermerebbero l’ipotesi investigativa circa le banche dati degli ospiti non aggiornate, con gli immigrati lungopermanenti dei progetti Sprar trattenuti a Riace più del dovuto. «Lucano – ha riferito il colonnello – si stave rendendo conto che gli immigrati stavano finendo, e se fossero andati via a Riace non sarebbe rimasto più nessuno».
Dal racconto di Sportelli emergono anche forti contrasti tra le associazioni che gestivano i progetti a Riace, con i fedelissimi di Lucano organici a Città Futura, Prociv e Oltre Lampedusa uniti a fare fronte comune. «Il suo scopo – ha affermato il colonnello – era quello di avvantaggiare le associazioni della sua cerchia». La lunga esposizione del finanziere necessiterà di un ulteriore approfondimento da parte del collegio presieduto dal giudice Fulvio Accurso. Il processo è stato dunque aggiornato al prossimo 8 ottobre.