Il magistrato Emanuele Crescenti sottolinea «l'aspetto positivo» della vicenda accaduta nel Reggino: «Si è superata la soglia dell'omertà, prima si taceva per paura di essere giudicati o per proteggere i propri figli»
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«Per quanto gravi, a me piace guardare anche l'aspetto positivo di queste vicende perché dimostrano che si è superata una doppia barriera, quella delle vittime e quella dei genitori, che adesso denunciano apertamente mentre prima, in molti, per paura di essere giudicati o per proteggere i loro figli vittime degli abusi, non lo facevano». Lo dice all'Ansa il procuratore della Repubblica di Palmi, Emanuele Crescenti, facendo riferimento al caso della bambina di sette anni di un istituto comprensivo della Piana di Gioia Tauro che avrebbe subito abusi da parte di un bidello.
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«Viene superata la soglia dell'omertà - aggiunge Crescenti - anche in situazioni francamente inaccettabili e deprecabili. Se si arriva a questi risultati e a scoprire questo tipo di reati si deve, comunque, alla preparazione e al ruolo della polizia giudiziaria sia dei carabinieri che della polizia, che lavorano in stretta sinergia con un gruppo specifico di pm che abbiamo creato nella Procura di Palmi proprio per attenzionare e colpire questi fenomeni. Anche nel caso reso noto stamattina emerge la professionalità del personale che ha operato e che ha saputo porsi con la giusta determinazione per arrivare a fare collaborare tutti alle indagini, a cominciare dai genitori della bambina vittima delle attenzioni di un bidello».
«Quello che è grave - dice ancora il procuratore della Repubblica di Palmi - è che queste cose accadano nelle scuole. Questo ci induce a ribadire che occorre alzare l'attenzione da parte delle componenti scolastiche e delle famiglie».