Lo scrittore Francesco Cirillo sarebbe stato insultato insieme agli altri relatori. Poco dopo le scuse della società calcistica tramite il suo presidente, mentre il giovane parla di un «momento di goliardia concordato con un gruppo di compagni di squadra»
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Scrivere un libro sui drammi del fascismo può suscitare le ire di un giovane calciatore nel 2020? Evidentemente sì, nonostante i libri di storia. E' quello che racconta Francesco Cirillo, giornalista ambientalista e scrittore di Diamante, che il 27 agosto, a Camigliatello Silano, è stato aggredito verbalmente da un calciatore del Catanzaro, intervenuto durante la presentazione de "Il libro nero del Fascismo - Farse e tragedia fasciste a Diamante e Cirella dal sindaco Eugenio Leone ad Andrea Bruno 1912 - 1945", edito da La Dea Editori.
La vicenda
Quello che è accaduto lo racconta lo stesso Cirillo in un post di denuncia pubblicato su Facebook. Il calciatore sarebbe avanzato fino al tavolo dei relatori proferendo frasi offensive contro di loro, ma sarebbe stato subito stato allontanato dall'organizzatore dell'evento, Egidio Bevilacqua, «mentre altri antifascisti - si legge - si erano fatti avanti per fermare il giocatore». Oltre al pubblico presente, alla scena hanno assistito Massimo Covello, segretario regionale della Fiom Cgil, Giuseppe Ferraro, storico e dottore di ricerca, nonché Stefania Fratto, coordinatrice della manifestazione e moderatrice del dibattito. Anche Covello ha subito denunciato il fatto sui social. «Un giovincello calciatore del Catanzaro - ha scritto nell'immediato -, ci ha interrotto con frasi volgari, mi auguro di cuore che il loro mister si dissoci da tali atteggiamenti di arroganza».
Le scuse del Catanzaro
La vicenda, ovviamente, ha suscitato molto clamore e il presidente del Catanzaro, Floriano Noto, ha subito chiamato Cirillo per porgere le sue scuse e quelle di tutta la squadra a lui, agli organizzatori dell'evento e ai partecipanti. In un comunicato, si legge che la società si dissocia da un simile comportamento e che il calciatore sarà sottoposto a provvedimento disciplinare. Lo stesso giocatore avrebbe espresso rammarico per l'accaduto, frutto di un «momento di goliardia concordato con un gruppo di compagni di squadra, come talvolta avviene nel clima amichevole di un ritiro, ignorando il tema dell’iniziativa e negando qualsivoglia motivazione di natura politica».