Ci fu premeditazione e i motivi dietro l’omicidio furono futili. Così la Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiuso le indagini a carico del diciannovenne che il 24 ottobre scorso uccise a Catanzaro per un irrisorio debito di droga il diciottenne Marco Gentile. Un omicidio compiuto nel pieno centro del capoluogo con ferocia. Ben dodici le coltellate sferrate a Marco, reo agli occhi del suo assassino Nicolas Sia, di non avere saldato un debito di pochi euro dopo avere comprato da questi della marijuana.

"Il proposito criminoso – scrive ora il pm Paolo Petrolo nell'avviso di conclusione delle indagini - era insorto da circa una settimana quando Sia aveva acquistato il coltello e aveva manifestato la volontà di uccidere Gentile".

La perizia psichiatrica  parla di semi infermità mentale al momento del omicidio. Fatto sta, che secondo il gip, Sia ha voluto “caparbiamente” la morte di Marco. Ma non solo. Il giudice disegna l’imputato come un soggetto “socialmente disadattato, poco inserito nel gruppo e incline alla marginalità” che si è scagliato contro un coetaneo indifeso. Marco, infatti, era stato minacciato più volte da Nicholas, ma non aveva mai pensato che quelle minacce si sarebbero concretizzate in 12 fendenti, molti dei quali alla gola, fino a fargli esalare l’ultimo respiro.

Tiziana Bagnato

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