Forse la 'ndrangheta stavolta non c'entra, almeno non nella sua accezione primaria. Non si tratterebbe, infatti, di una richiesta di pizzo rimasta inevasa. Gli inquirenti sono convinti che a dare fuoco lunedì notte al primo piano dello stabile che da anni ospita il supermercato Conad a Praia a Mare, possa essere stato qualcuno coinvolto in un'attività commerciale similare a quella che avrebbe aperto una famiglia di commercianti cinesi nelle ore successive: abbigliamento e casalinghi. Eppure la puzza di criminalità organizzata è arrivata sino agli uffici della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che pare si siano attivati per capire se dietro al vile gesto ci sia qualche appartenente alla malavita, visto e considerato anche il forte radicamento nella zona del Tirreno cosentino. Di certo in questa vicenda c'è un mandante, che ha comandato l'incendio a due disadattati e forse alle prime armi, che hanno agito a volto scoperto e in modo decisamente goffo. Dalle immagini delle telecamere al vaglio degli investigatori si nota come uno dei due, nell'atto di infiammare il liquido cosparso, non ci è rimasto secco per poco a causa di un potentissimo ritorno di fiamma.

Anni di sacrifici andati distrutti

L'area da centinaia di metri quadri al primo piano è andata interamente distrutta e insieme ad essa la merce al suo interno. Un danno che pare ammonti a circa mezzo milione di euro. Ma diverse ore di fuoco e fiamme hanno reso inagibile l'intero stabile, compreso il supermercato Conad al piano terra, non interessato dall'incendio, in cui lavorano decine di giovani, di padri e madri di famiglia. Un danno inquantificabile per i gestori e proprietari della struttura, i fratelli Giorgio e Stefano De Rosa, che per motivi di sicurezza sono costretti a interrompere momentaneamente ogni attività proprio nel bel mezzo della stagione estiva praiese, quando i clienti diventino migliaia al giorno e creano un indotto economico non indifferente che consente, tra le altre cose, di incrementare vertiginosamente il numero del personale dipendente.

«Riapriremo presto»

I due noti imprenditori praiesi però non si arrendono e, superati i primi momenti di sconforto, fanno sapere che l'incendio ben presto sarà solo una brutta parentesi, come tante in questa terra bella e maledetta. «In un primo momento – spiega Stefano De Rosa – ho pensato che tutti i nostri sacrifici quotidiani fossero serviti a niente, poi, guardando i volti dei dipendenti, degli amici e delle persone che ci hanno aiutato in quelle ore d’inferno, sia io, sia i componenti della famiglia, ci siamo convinti del fatto che non potevamo arrenderci davanti a chi, nel 2019, usa questi metodi per manifestare qualche frustrazione o qualche malattia mentale, mettendo a repentaglio il nostro futuro e quello dei nostri dipendenti». 

Un mare di solidarietà

Andranno avanti Giorgio e Stefano, come hanno sempre fatto innanzi alle avversità della vita, che non hanno mai impedito loro di buttarsi a capofitto nella beneficenza e negli aiuti concreti alle persone ammalate o meno fortunate. Nel 2012, solo per fare un esempio, la famiglia De Rosa pagò le cure di una bimba malata di leucemia, successivamente ha offerto ospitalità in uno dei suoi locali a un'associazione di ragazzi disabili, rimasti dalla sera alla mattina senza una sede. A Praia a Mare, la famiglia De Rosa è un'istituzione, che con le sue tante attività, tra cui l'edilizia, dà lavoro a tante persone, di fatto salvando economicamente un paese che dopo la drammatica chiusura negli ultimi anni di uffici, fabbriche e ospedale, sarebbe andato allo sfascio. Pertanto, in queste ore, i De Rosa sono stati letteralmente travolti dall'affetto. «Vogliamo ringraziare tutti coloro che in questi terribili giorni ci sono stati vicini con telefonate, messaggi personali e attestati di solidarietà sui social - ha detto ancora Stefano -. È stato un brutto colpo per la nostra famiglia. Dopo tanti anni di attività, mai ci saremmo aspettati un atto così vile che non ha colpito solo noi, ma un’intera comunità. Ma già stiamo lavorando per ripartire». Nonostante tutto, nonostante l'assordante e inspiegabile silenzio delle istituzioni locali.

Per quanto riguarda i danni alla struttura, Stafano, che parla anche a nome del fratello, ha assicurato che «stiamo lavorando tutti insieme per velocizzare la riapertura del supermercato, tenendo conto delle indicazioni che ci stanno dando sia i tecnici esterni, sia i Vigili del Fuoco, durante i loro periodici sopralluoghi. Certamente, tutti gli interventi di ripristino della struttura dovranno essere eseguiti alla perfezione, al fine di garantire la massima sicurezza per il personale e per i clienti. Da questo punto di vista non tralasceremo nulla al caso. Pertanto, ci stiamo avvalendo di personale specializzato che ci possa garantire la massima efficienza negli interventi, senza barattare sul tempo necessario». 

I "soliti" angeli

In un lembo di terra dove lo Stato è assente o è sopraffatto dalla corruzione, l'unica oasi di speranza è rappresentata dalle forze dell'ordine che, pur carenti di personale, lavorano notte e giorno per assicurare sicurezza ai cittadini. «Un ringraziamento particolare – conclude il giovane imprenditore – ai Carabinieri di Praia a Mare e di Scalea, al comandante della Polizia Locale di Praia a Mare e ai Vigili del Fuoco per la loro umanità e comprensione». L'ultimo ringraziamento è per «gli amici imprenditori e i dipendenti delle nostre aziende, che con qualsiasi mezzo ci hanno aiutato in quelle tragiche ore».