Soltanto nel primo semestre del 2017, nella cittadina del Cosentino i giochi in vincite di denaro hanno generato un incasso pari a 2 milioni e 100 mila euro
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Divieto di apertura di sale gioco entro 500 metri dai luoghi definiti sensibili, quali scuole di qualsiasi ordine e grado, strutture sanitarie ed ospedaliere, luoghi di culto, cimiteri, centri di aggregazione sociale compresi parchi gioco e oratori, centri giovanili o altre strutture culturali frequentati da giovani, centri di formazione, impianti sportivi, istituti di credito, sportelli postamat e bancomat, strutture ricreative per categorie protette, lungomare, spiagge e strutture balneari, e divieto dell'uso degli apparecchi di intrattenimento e svago, ossia le slot machine, dalle ore dalle 20.01 alle 9 del giorno successivo, e dalle ore 13.01 alle 15 di tutti i giorni della settimana. Ma non è tutto. Si è dato avvio a una concertazione con i comuni limitrofi per uniformare l'orario di funzionamento degli apparecchi per il gioco, per evitare il fenomeno della migrazione dei giocatori da un paese all'altro. E' questo, in sostanza, il contenuto dell'ordinanza sindacale numero 71 del 17 novembre del Comune di Praia a Mare, destinata a generare numerose polemiche, nonostante le buone intenzioni.
Provvedimento a tutela della salute pubblica
«E' un nuovo passo verso la maggiore tutela della salute pubblica», ha dichiarato l'assessore alla Sanità Pasquale Fortunato, ideatore del provvedimento sottoscritto dal sindaco Antonio Praticò e supportato dall'intera maggioranza. «L’intento - precisa ancora Fortunato - è quello, vista l’impossibilità di decretarne la chiusura per l’ovvio interesse dei Monopoli di Stato, di limitarne la diffusione ed operatività, con il dichiarato obiettivo di ridurne il devastante potenziale sociale».
Famiglie in rovina per il gioco d'azzardo
Famiglie distrutte, rovinate per sempre dai debiti insormontabili generati dalla dipendenza del gioco d'azzardo. Stipendi polverizzati dall'irrefrenabile impulso di tentare la fortuna euro dopo euro. Da Palermo a Trento, passando per qualunque fascia sociale, il disturbo del comportamento legato a quello che gli esperti indicano come ludopatia, continua a mietere vittime ogni giorno. Si tratta di un fenomeno divenuto sin da subito una piaga sociale, che non subisce battute d'arresto. A Praia a Mare, il piccolo centro dell'alto Tirreno cosentino che conta appena 6.800 abitanti, soltanto nel primo semestre del 2017 i giochi in vincite di denaro hanno prodotto un giro di affari pari a € 2.100.000. Numeri che da soli servono a spiegare quanta disperazione possa celarsi dietro a una simile dipendenza.
Polemiche e critiche all'ordinanza
Come ogni decisione pubblica che si rispetti, anche questa ordinanza sindacale ha subito gli attacchi e le critiche dei cittadini via social. Se per alcuni si tratta di un'ottima iniziativa per contrastare il gioco d'azzardo, per altri si tratterebbe di un provvedimento inutile, in quanto concede comunque degli orari di gioco, e che in fin dei conti penalizzerebbe solo le società private che si occupano della distribuzione delle apparecchiature. «Che senso ha vietare il gioco alle slot machine - fanno notare diversi utenti - se poi si può giocare ai "Gratta&Vinci" in tutte le sue derivazioni, alle lotterie istantanee o ai giochi di estrazione in diretta?»