La segnalazione è arrivata ai carabinieri da una bambina. I carabinieri di Catanzaro sono intervenuti sul posto e hanno constato lo stato di agitazione dell'uomo e i segni di violenza sulla moglie
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Una chiamata effettuata da una ragazza giunta alla sala operativa dei carabinieri sabato pomeriggio con la quale si denunciavano maltrattamenti da parte del padre. Da qui hanno iniziato gli accertamenti che hanno condotto all’arresto di un 36enne catanzarese, R.G. già noto alle forze dell’ordine. I militari sono giunti nell’abitazione segnalata dove hanno trovato una donna ancora in lacrime e con dei chiari segni di una recente colluttazione sul collo e la spalla sinistra, mentre l’uomo era ancora visibilmente agitato.
Quest’ultimo ha ricominciato ad urlare ed inveire contro la moglie, fino ad indirizzarle una serie di gravi minacce di morte ed alludendo ad un eventuale utilizzo di alcuni coltelli contenuti in un marsupio che si trovava lì vicino. Subito i carabinieri lo hanno bloccato facendosi consegnare due coltelli della lunghezza di 20 e 16 cm, effettivamente custoditi all’interno del marsupio e successivamente posti sotto sequestro. Dagli accertamenti effettuati, è emerso che a carico dell’uomo pendevano già due denunce per analoghi fatti segnalati dalla consorte la quale, nella circostanza, ha sporto ulteriore denuncia, spiegando come, da una lite per futili motivi, il marito sarebbe passato alle maniere forti.
La donna è stata quindi sottoposta ai primi accertamenti sanitari del caso, venendo poi dimessa dal pronto soccorso con un referto per contusioni alla spalla e al collo giudicate guaribili in sette giorni. Considerati i precedenti di polizia specifici, l’ulteriore episodio di sabato, le lesioni riportate dalla donna e le gravi minacce pronunciate dal R.G. nei confronti della moglie, alla presenza dei carabinieri intervenuti e dei quattro figli minori, l’uomo è stato arrestato per ipotesi reato di atti persecutori e, su disposizione dell’autorità giudiziaria, sottoposto agli arresti domiciliari presso l’abitazione dei propri genitori, in attesa del rito direttissimo.
l.c.