Una via privilegiata per sistemare le pratiche amministrative che riguardano la “Blue Ocean”, la nave punta di diamante della “Costa degli dei tours”. Una via privilegiata, percorsa grazie alla «nutrita rete relazionale intessuta con i vertici del comando militare nel corso della sua carriera di ufficiale superiore» che Ettore Romagnoli, capitano di vascello della marina militare – capitaneria di porto in servizio fino a tutto il 2019 in categoria ausiliaria, finito tra i 167 indagati dell’inchiesta della distrettuale antimafia di Catanzaro, avrebbe messo in piedi per favorire gli interessi del clan attraverso Luigi Barillari e Francesco Zungri.

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I due, considerati organici della famiglia Bonavita della ‘ndrina di Briatico, sono soci della “Costa degli dei”, società ritenuta riconducibile al clan e che si occupa, tra le altre cose, di portare in giro per le calette della costa, i turisti che affollano le spiagge del vibonese. Sul piatto infatti ci sono le pratiche amministrative per «l’ormeggio della motonave Blue Ocean presso la banchina del porto commerciale di Tropea» in modo da garantirle un posto  «sia con riferimento al periodo di disarmo invernale relativo alle stagioni 2018-2019 e 2019-2020, sia con riguardo al periodo di attività relativo alla stagione estiva 2019». L’uomo giusto per evitare ogni problema, ipotizzano gli inquirenti, sarebbe proprio Ettore Romagnoli, che vanta ottime relazioni con i vertici della direzione marittima di Reggio Calabria, ufficio gerarchicamente superiore alla capitaneria di Vibo e conseguentemente all’ufficio marittimo di Tropea.

«Qualsiasi cosa abbiamo bisogno – dice soddisfatto Zungri a Barillari in un’intercettazione finita nella maxi indagine coordinata da Nicola Gratteri – di telefonare a questo comandante e gli diciamo che siamo amici di… che lui già gli ha parlato di noi… siamo amici dell’avvocato Romagnoli… qualsiasi cosa abbiamo bisogno di telefonare a lui». Romagnoli, scrivono i giudici «ben rappresentandosi la caratura criminale dei propri interlocutori e la loro intraneità al sodalizio di ‘ndrangheta, determinandosi, ciononostante, a favorirne gli interessi economici, mettendo a disposizione di questi la propria rete di relazioni interne all’autorità marittima, al fine di consentirgli – dietro compenso – di aggirare la normativa di settore dalla stessa imposta e da loro ritenuta pregiudizievole per i propri affari».