«Ribadisco la mia vicinanza a Mimmo, nei suoi percorsi umani e nella visione che ha sempre avuto». Così Beppe Fiorello, ospite della seconda serata dell’evento “Pax in terrae”, la manifestazione organizzata dalla cooperativa Pathos di Caulonia (sotto la direzione artistica di Carlo Frascà), Jimuel onlus Internet medics for life, Cncm coordinamento nazionale, Ufficio Migrantes Diocesi di Locri-Gerace, Comune di Caulonia, Comune di Benestare e dal Servizio centrale nazionale, titolari di progetti di accoglienza Sai.

L’attore siciliano è stato il protagonista di una fiction prodotta dalla Rai liberamente ispirata alla storia di Mimmo Lucano, ancora mai trasmessa dal servizio pubblico. «Sai quanto affetto e gratitudine provo per te – ha espresso Fiorello - Ho scoperto la tua storia per caso navigando su internet quando Fortune ti aveva inserito tra le personalità più influenti del mondo. Ti meritavi un posto più alto del quarantesimo. Da quel momento è partito un percorso emozionante, ho messo su una macchina creativa, convincendo immediatamente il produttore e la Rai ad accettare la proposta di girare un film sulla tua che ha generato un modello famoso in tutto il mondo. Soffriamo dell’assenza del film – ha ammesso l’attore rivolgendosi al primo cittadino riacese - è un dispiacere forte, mi auguro si possa trovare presto il dialogo affinché questo lavoro sia consegnato al pubblico. C’è dentro la politica, perché c’è la visione di un uomo che ha creduto in una visione, ma è anche un film poetico ed emozionante, e quella tua visione non poteva rimanere solo per pochi. Era la mia speranza farti conoscere da tutti. Adesso ti conoscono tantissimi».

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Nel corso della seconda serata, condotta da Rossella Galati, giornalista di LaC (media partner dell’evento), si è parlato tanto di Riace e di quanto l’esperienza di Mimmo Lucano abbia tracciato la strada sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione ai migranti, partendo da un frammento del docufilm “Mimmo l’umano” diretto da Vincenzo Caricari. «Come è nato? Nel 2008 stavo girando un documentario su Mario Congiusta, un pilastro della lotta alla ‘ndrangheta, il quale chiese a tutti i Comuni di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio del figlio Gianluca. Nessuno rispose a quell’appello, tranne Mimmo Lucano».

Il frammento in questione riguardava la vicenda di Becky Moses, la donna nigeriana morta in un rogo scoppiato nella baraccopoli di San Ferdinando. «La conoscevo bene – ha raccontato il primo cittadino ed eurodeputato – è stata ospite del Cas di Riace per due anni, poi per effetto del decreto Minniti-Orlando è stata costretta ad andare via. Voleva riportare in Italia la sua bambina, che aveva lasciato in Nigeria con la nonna. Mi chiese di farle una carta d’identità perché la sua era smarrita. Voleva andare a vivere nella tendopoli da clandestina, così nessuno poteva controllarle i documenti. Non mi pento di aver firmato quel documento per lei. Appresi della tragedia di San Ferdinando dal tg. Io ancora oggi aspetto che si apra un procedimento giudiziario per rispetto della sua anima e della sua memoria, perché questo non accada più. Perché la Procura non ha aperto un’inchiesta? Io – ha ricordato ancora Lucano - fui indagato per aver fatto una carta d’identità a un bambino di 4 mesi perché mancava il suo permesso di soggiorno. Come mai non mi hanno contestato il documento per Becky?».

Quindi un passaggio sulla sua nuova avventura da europarlamentare da Bruxelles. «Sono consapevole del rischio che il ruolo comporta, non voglio che sia platonico. Io rappresento la mia storia. Voglio battermi per il riscatto dei luoghi abbandonati che stanno cercando di resistere, alternativi alle deportazioni in Albania, ai lager libici, agli accordi con i paesi che non rispettano i diritti umani».

Come assistente parlamentare Lucano ha scelto Ibrahima Lo, il “capitano” che ha ispirato il film di Matteo Garrone e autore di un libro dal titolo “Pane e acqua”. «Con Mimmo abbiamo la stessa visione del mondo – ha sottolineato - Sognavo di diventare un giornalista cercando di dare voce a quelli che voce non hanno. Così ho preso carte e penna e ho iniziato a scrivere. Questo libro non è il mio libro. C’è la mia storia, ma è il libro di tutti quelli che non hanno il coraggio di raccontare la loro storia. Sul mio corpo ci sono cicatrici che non guariscono mai. A volte parliamo della guerra in Ucraina, ma c’è un’altra guerra dove le persone muoiono in silenzio, urlando il nome dei loro familiari, che finiscono in mare annegate. Il decreto Cutro? E’ una vergogna per l’umanità».

Di accoglienza e integrazione racconta anche il docufilm “Nyumba”, un soggetto scritto da Paola Bottero (direttore strategico del network LaC) per la regia di Francesco Del Grosso, prodotto da Indaco Film e sostenuto dalla Calabria Film Commission. «Non ho scritto una sceneggiatura – chiarisce – perché le storie sono dei ragazzi. Si tratta di cinque storie di persone che ce l’hanno fatta. Dai loro racconti abbiamo capito cosa significa scappare dalla guerra, mentre grazie a Mimmo Lucano, conosciuto grazie a Mario Congiusta, ho capito cosa significa integrazione».

Ad offrire un contributo giuridico alla discussione è stato Luigi Ferrajoli, prendendo spunto dal suo saggio “Per la costituzione della terra”, di cui alcuni passaggi sono stati letti da Maria Antonietta Cristarella. «Non si tratta di un’utopia – ha detto - ma l’unica risposta realistica alle catastrofi da cui dipende il futuro dell’umanità. Il rischio dell’olocausto nucleare è dietro l’angolo, viviamo in un clima bellico. Se non si farà nulla la terra diventerà inabitabile. La crescita delle diseguaglianze è visibile. La questione migranti è una vergona per l’Europa, un problema che non può essere affrontato dai singoli Stati. La questione migranti è il banco di prova dell’identità democratica dell’occidente. Il diritto di migrare è stato inventato dagli europei. L’Europa però sta rinnegando sè stessa e i principi per i quali è nata. Quale è la garanzia della pace? E’ mettere al bando le armi. Senza armi le guerre sarebbero impossibili. L’esperienza di Riace ha mostrato come sia possibile un’alternativa, per questo è stata penalizzata».

Fondamentale per Lucano l’incontro con Padre Alex Zanotelli. Dal missionario comboniano è giunto un appello ai calabresi a difesa dell’acqua pubblica e contro l’autonomia differenziata. «Dobbiamo salvare l’acqua – ha evidenziato - è la cosa più fondamentale che abbiamo. E andate a firmare per l’autonomia differenziata. Se passa questa roba per il sud è finita».