Cinque dipendenti della clinica "Borgo dei Mastri" di Paterno Calabro sono stati prosciolti dall'accusa di omicidio colposo in ambito sanitario in relazione alla morte di Angela De Luca, di 46 anni, avvenuta nel novembre 2019 a causa di un boccone di cibo che le andò di traverso. Lo ha reso noto l'avvocato Enrico Morcavallo.

 

Il decesso ha dato vita ad un'indagine a carico dei cinque dipendenti della clinica ritenuti potenzialmente responsabili della morte. Le indagini svolte, è scritto in una nota, «non hanno fatto emergere né elementi indiziari né prove idonei e sufficienti per ritenere integrato in capo agli indagati il reato di omicidio colposo in ambito sanitario. Al contrario, dall'esame della documentazione medica, dai filmati delle videocamere di sorveglianza, dalle telefonate intercorse tra il medico della struttura e la centrale operativa del 118 e dalle dichiarazioni rese dal personale sanitario intervenuto sul posto, nonché dalla consulenza tecnica medico-legale incaricata dalla Procura, è emerso come non sussistano responsabilità alcune attribuibili ai sanitari della Clinica 'Borgo dei Mastri'».

 

Più in particolare, riferisce ancora il legale, l'esame dei filmati delle videocamere permise di rilevare la tempestività dell'intervento dei sanitari che si trovavano già in sala per vigilare sul regolare svolgimento del pasto da parte dei pazienti e che stavano già praticando correttamente la manovra di Heimlich, al fine di liberare la trachea da un bolo alimentare che ostruiva le vie respiratorie della signora De Luca. Sono state dunque accolte le tesi difensive dell'avvocato Enrico Morcavallo, legale dei quattro sanitari, e degli avvocati Enzo Belvedere e Giuseppe Mastrangelo, difensori del medico, che avevano incentrato la linea difensiva sulla mancanza di nesso causale fra l'evento e la condotta dei suoi assistiti.