Stressato dallo sforzo che consiste già nel solo reggersi in piedi, l’ospedale San Francesco di Paola è uno dei pochi presidi sanitari, di un certo livello, ancora operativi nella provincia di Cosenza.

Sottoposto alle intemperie di una politica gestionale che, nel tempo, lo ha rimescolato nei reparti e ridimensionato nei servizi offerti, oggigiorno è presentato come parte di uno spoke condiviso col nosocomio Iannelli di Cetraro, insieme al quale rappresenta - per l’intero litorale ponentino della provincia bruzia - l’unica realtà pubblica di riferimento per chi deve ricoverarsi o effettuare visite specialistiche, esami diagnostici, operazioni chirurgiche, terapie oncologiche o accertamenti di routine.

Esposta ad un carico di lavoro che la stagione estiva aggrava, per via del fisiologico aumento di presenze lungo la costa, l’unità operativa - che forse più delle altre - si confronta con l’incremento di casi da trattare, è il Pronto soccorso, dove vengono prese in cura situazioni critiche, il cui carico spesso soverchia il grado di sopportazione emotiva necessaria alla civica convivenza, che infine sfocia in comportamenti deviati caratterizzati dall’uso della violenza. In questo contesto, nella città del Santo si è verificata la terza aggressione ai danni di un camice bianco, che nella postazione in cui si accolgono le emergenze, è stato preso a pugni dal familiare di una donna giunta in stato d’incoscienza, riportando ferite e traumi su cui adesso sarà chiamata ad esprimersi l’autorità, vista la denuncia che ne è conseguita.

Un occhio nero e un taglio in prossimità dello zigomo da una parte, una ferita all’orecchio che ha richiesto due punti di sutura dall’altra.

Erano circa le 21:25, quando una donna in stato d’incoscienza ha fatto il suo ingresso nel reparto che per primo accoglie le emergenze. Circondata da familiari e parenti, la malcapitata è stata immediatamente presa in cura dai sanitari, tra i quali il medico di turno, che preso atto della situazione, ha paventato l’ipotesi di trasferire la paziente in Rianimazione.

Tuttavia, per questioni che saranno le indagini a chiarire, tale indicazione non sarebbe piaciuta ad uno degli accompagnatori della donna, che per tutta risposta ha sferrato tre colpi al camice bianco, un pugno in faccia e poi altri due in sequenza. Malgrado la sorpresa, il dottore è riuscito a difendersi, reagendo d’istinto e procurando al suo aggressore una ferita all’altezza del padiglione auricolare.

Ovvio l’immediato intervento delle forze dell’ordine, tra cui una guardia giurata, che messi a calmare gli animi, hanno infine raccolto elementi investigativi utili a far luce sull’accaduto.

Fortunatamente la donna giunta in stato di incoscienza si è successivamente ripresa.

Sul fatto è intervenuto il sindacato Uil Fpl che con Robertino Serpa, Luigi Adele e Giuseppe Di Bella, ha stigmatizzato la viltà dell’azione perpetrata ai danni del medico, lamentando «la necessità di una postazione fissa di polizia all'interno dell'ospedale San Francesco di Paola».

Per gli esponenti della sigla che più di ogni altra sta facendosi carico della situazione in cui versa il nosocomio cittadino, oltre alla condanna del gesto, «è opportuno rafforzare i cordoni di sicurezza attorno agli operatori, che non possono convivere con il timore di essere aggrediti mentre svolgono il proprio lavoro».

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