«Comunque ti senti umiliato, però a me l'umiliazione mi fa sentire ancora più forte, perché più mi umiliano a fare queste cose, più vado avanti, perché io devo crescere mia figlia, non mi preoccupo se non me li danno loro, me li vado a comprare». Con queste parole, Pino Veltri, papà di Sara, 29enne paolana gravata da una pesante condizione di disabilità, torna a parlare della scarsa assistenza ricevuta dalla figlia. Secondo l’Asp di Cosenza, Sara potrebbe vivere con un solo pannolino di ricambio al giorno, ma i medici certificano che ne servirebbero almeno quattro.

Una lotta per i diritti

Il coraggio della dignità non conosce umiliazione. Quando si tratta di difendere i diritti dei più deboli, non c’è ostacolo che possa fermare chi combatte per far conoscere i disagi di chi vive in una condizione di svantaggio. Dopo dieci mesi, Pino Veltri torna a raccontare le difficoltà che sta affrontando per garantire a sua figlia le cure necessarie, dopo il taglio del budget riservato ai pannolini da parte dell’Asp.

Il diritto alla dignità

«Si prolunga quello che vogliono loro, però il problema è sempre quello - ha proseguito Pino Veltri -. lo non voglio fare queste cose, però per un diritto che c'è e mia figlia vorrebbe usufruirne. Poi vengono i medici, mi prescrivono tutte i pannolini necessari e l'Asp me ne manda meno per questioni di budget. Io parlo dei pannolini perché sono la mia necessità, io lavoro e quindi posso permettermi ciò che mi occorre, ma è una questione di diritto che hanno queste persone che sono disabili o non disabili che hanno problemi quindi non devono essere più svantaggiati».

Una voce per tutti

Il caso di Sara non è isolato. Pino Veltri si fa portavoce di tutti i genitori con figli disabili, chiedendo semplicemente il rispetto dei diritti. «In dieci mesi (da quando la vicenda di Sara è stata raccontata sui canali del gruppo Diemmecom) nessuno mi ha detto niente, nessuno mi ha convocato, nessuno mi ha chiamato, niente proprio, zero assoluto. Io ringrazio te, perché tu sei sempre molto presente a queste cose, e ringrazio LaC che ci dà la possibilità di poterne parlare - però, oltre voi, non ho visto più nessuno. Fateci sapere, non solo per le esigenze di mia figlia ma per le esigenze di tutti perché siamo così. A che è dovuto tutto questo? Forse occorre essere ancora più guardinghi».