VIDEO | La città regina della movida catanzarese sembra aver accettato di buon grado le nuove regole imposte dal Governo che prevedono l’uso del dispositivo di protezione nei luoghi dove sono possibili assembramenti. Ma non tutti sono convinti dell'efficacia: «Il virus dopo le 6 di mattina va a dormire per risvegliarsi solo la sera?»
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Soverato, regina della movida catanzarese, sembra rispondere bene all’ultimo provvedimento del governo che obbliga all’uso delle mascherine dalle 18.00 alle 6.00, anche all’aperto ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti, per contenere la diffusione del contagio da coronavirus. Una misura per alcuni necessaria per altri criticabile: «Mi sembra ridicolo il fatto che ci sia l'orario - commenta un cittadino -. Quindi dalle 6.00 alle 18.00 il covid dorme e non ce lo possiamo infettare. Poi si sveglia alle 18.00, quando comincia la movida e quindi ci dobbiamo mettere le mascherine. Avrebbero dovuto semplicemente dire invece “quando ci sono assembramenti continuate a mettere le mascherine“, era tanto semplice».
Tutelare se stessi e gli altri
La decisione di introdurre l’obbligo del presidio di protezione, insieme alla chiusura delle discoteche in tutta Italia, è quindi un freno alla movida incontrollata, tra le principali cause del nuovo aumento di contagi che anche nella perla dello Ionio, dopo il caso del giovane di Girifalco positivo al covid-19, ha fatto tornare il timore di un nuovo lockdown e il bisogno di proteggere se stessi e i propri cari. «È sempre meglio proteggersi onde evitare di accentuare questa pandemia - dice una signora in vacanza in Calabria -. Ci teniamo a tutelare sia noi che gli altri». «Indosso sempre la mascherina tranne che al mare, quando mi rendo conto che è possibile rispettare la distanza di sicurezza. Lo faccio per proteggere soprattutto i miei cari» racconta una ragazza romana in vacanza nella perla dello Ionio, a passeggio con alcuni amici lungo la via dei locali notturni, tra via Chiarello e traversa Regina Elena, la stessa dove già da fine giugno era facile imbattersi in folle di giovani senza dispositivi di protezione e in cui ora la situazione si è notevolmente ridimensionata, con conseguenze anche sulle attività commerciali. Per qualcun altro però dietro il provvedimento del governo ci sarebbe una strategia politica: «Credo che al centro di tutto ci sono delle scelte politiche che stanno ricadendo sui giovani - sostiene un ragazzo del posto -, non credo sia una cosa corretta ma la legge è legge e noi la rispettiamo».