“L’operazione di oggi è la dimostrazione che a Lamezia Terme non era tutto finito con l’identificazione e il riconoscimento dei vari gruppi criminali. La cosca Giampà ha infatti cercato nuove leve per sopperire alla mancanza dei capi”. E’ stata sintetizzata in questi termini l’operazione denominata, appunto, “Nuove leve” scattata questa mattina alle prime luci dell’alba a Lamezia Terme e che ha permesso di accertare il presunto tentativo dello storico boss Vincenzo Bonaddio di rinsaldare le fila di un nuovo gruppo criminale dedito alla continuazione delle attività estorsive in danno di esercizi commerciali della piana per conto dei capi cosca sottoposti a regime detentivo.

 

“La Procura distrettuale antimafia di Catanzaro – ha dichiarato il procuratore capo Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa tenuta a Catanzaro - con l’apporto della Polizia di stato e dei Carabinieri ha in modo sistematico ottenuto grossi risultati sul piano investigativo. Questo è un episodio, un capitolo della storia di grosse famiglie di ‘ndrangheta come Giampà e Torcasio che nel corso di questi anni sono state disarticolate. E grazie alle indagini precedenti e alle condanne ottenute i capi mafia si sono messi in fila indiana chiedendo di essere sentiti dalla Procura distrettuale antimafia. Questo conferma che il carcere duro funziona e vuol dire che la Procura di Catanzaro già negli anni aveva fatto un buon lavoro ed era credibile. Nel caso di specie, è riuscita a dimostrare quali erano i compiti e i ruoli di ognuno degli arrestati di oggi e che si trattava di un’organizzazione strutturata. Ci inorgoglisce dire che il tentativo di riformare il locale di ‘ndrangheta su Lamezia Terme stamattina è stato fermato”.

 

Un breve appunto poi è stato rivolto da Gratteri alla cosiddetta società civile, rea di non aver reagito e di nutrire scarsa fiducia nelle forze dell’ordine: “La gente di Lamezia Terme deve iniziare a credere in noi. Sono anni che la Procura e i magistrati di Catanzaro emettono sentenze. Se i commercianti non parlano oggi, se i commercianti non si fidano di questa nuova gestione, quando saremo credibili?” Si è domandato il procuratore. “Perché ad un certo punto stare zitti non è più conveniente”.

 

Sullo stesso tenore le dichiarazioni del procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri: “Quello che ci si aspettava dalla società civile e dai commercianti è una reazione che purtroppo non c’è stata. Già al termine delle prime operazioni era chiaro che il territorio era stato liberato dalle articolazioni storiche di ‘ndrangheta, quelle che potevano davvero opprimere e tenevano sotto un giogo di violenza e di minacce i professionisti e le strutture commerciali. Purtroppo è stato consentito loro di ricostruirsi, di affiliare nuovi adepti e di porre in essere una serie di attività senza che si reagisse. Oggi abbiamo messo fine anche al tentativo di ricostruzione dell’organizzazione criminale e speriamo che si possa avere maggiore fiducia e collaborazione da parte dei commercianti”.

 

Luana Costa