Richieste di pena per oltre 50 anni di carcere. Sono quelle chieste pomeriggio dalla Procura di Palmi nel processo nato dall’operazione denominata “Migrantes”, scattata nell’aprile del 2010, in seguito alla rivolta degli immigrati di Rosarno, con il sequestro preventivo di 20 aziende e 200 terreni per un totale di 10 milioni di euro per i reati di favoreggiamento della permanenza di stranieri clandestini in Italia al fine di trarne un ingiusto profitto e di occupazione alle proprie dipendenze di lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno.

 

Queste le singole richieste di pena: Abdlkader Obad, di 44 anni, cittadino marocchino residente a Gioia Tauro, 5 anni, 2 mesi e 11mila euro di multa, con il ruolo di "caporale"; Rocco Bueti, di 46 anni, di Varapodio (Rc) 2 anni e 10 mesi, più 5mila euro di multa, imprenditore agricolo; Biagio Arena, 87 anni, di Rosarno, richiesta di pena a 4 anni e 5 mesi, più 5 mila euro di multa, titolare di azienda agricola; Vincenzo Gerace, 56 anni, di Gioia Tauro, richiesta di condanna a 2 anni, 10 mesi e 5mila euro di multa, titolare di azienda agricola; Armando Siviglia, 61 anni, di Rosarno, 2 anni, 10 mesi e 5mila euro, imprenditore agricolo; Brahim Bakar, 29 anni, marocchino, residente a Rosarno, 6 anni e 8 mesi; Snezhana Rakovska, 61 anni, nata in Bulgaria, domiciliata a San Ferdinando, Villaggio Praia, 4 anni, 4 mesi e 8mila euro di multa; Rocco Gulluni, di 60 anni, di Gioia Tauro, richiesta di pena a 3 anni, due mesi e 5mila euro; Salvatore Gulluni, di Gioia Tauro, assoluzione; Antonio Scarpari, di 68 anni, di Varapodio,  richiesta di pena 3 anni, 2 mesi e 5mila euro; Domenico Paglianiti, di 60 anni, di San Calogero, richiesta di condanna a 4 anni, 2 mesi e 5mila euro di multa; Rocco Donato, 49 anni, di Rosarno, richiesta di condanna a 3 anni, 10 mesi e 5mila euro di multa; Girolamo Russo, 47 anni, di Rizziconi, assoluzione; Biagio Tramonte, 50 anni, di Rosarno, assoluzione; Aissa Bensid, algerino, di 47 anni, residente a Rosarno, assoluzione.

 

Assoluzione perché il fatto non sussiste dal reato di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera clandestina straniera, la Procura di Palmi ha poi chiesto per Fatthani Mohammed, nato in Marocco, classe 1980, alias “Dokkali”, domiciliato a Rosarno, Siviglia, Obad, Maria Mangano e Sebastiano Mangano (entrambi residenti a Riposto, provincia di Catania), Biagio Arena, Rocco Bueti, Armando Siviglia e Vincenzo Gerace.

 

L'inchiesta, nell'aprile 2010, portò a una trentina di arresti e mira a dimostrare che dopo la rivolta del gennaio precedente, quando il ferimento di alcuni immigrati aveva dato vita ad una rivolta degli extracomunitari con conseguente reazione degli abitanti del paese con decine di feriti, il sistema di collocamento clandestino era ripreso regolarmente. Una circostanza confermata dal fatto che tutti gli episodi contestati agli imputati sono successivi alla rivolta. Dalle indagini sono emersi poi diversi episodi di minacce e aggressioni subite dai braccianti extracomunitari che spesso, al termine del loro lavoro di raccolta degli agrumi, non venivano retribuiti vista la loro condizione di clandestinità. Chi osava ribellarsi ai caporali veniva isolato e picchiato. Un contributo alle indagini è arrivato pure da una quindicina di lavoratori vittime di violenze.